Lo sportivo che viaggia e i rischi infettivi

Data pubblicazione: 15/01/2021 - Ultimo aggiornamento: 28/05/2022
Categoria: News - Autore: Dott.ssa Michela Brogi

Lo sportivo che viaggia e i rischi infettivi

Con la globalizzazione è sempre maggiore il numero di persone che si spostano nel mondo. Siamo passati da un flusso turistico valutato intorno ai 400 milioni nel 1990 fino ad arrivare a 1.400.000.000 nel 2018 (UNWTO).

Questo fenomeno riguarda anche gli sportivi. Si può evidenziare lo spostamento sia di persone singole o gruppi limitati che si recano a praticare sport in paesi diversi da quello di origine (es. attività subacquee in aree tropicali) ma anche la presenza di eventi sportivi maggiori con spostamento di grandi masse di persone (mass gathering) provenienti da varie parti del mondo con un aumentato rischio di diffusione di malattie infettive. Queste possono essere sia acquisite nel paese ospitante oppure arrivare dai paesi di origine del viaggiatore attraverso quest’ultimo.

Possiamo avere malattie infettive a trasmissione oro-fecale (es. shigellosi, infezione da Campylobacter) che, se a lunga incubazione, possono causare malattia dopo il rientro nel paese di provenienza. Altre sono a trasmissione respiratoria (es. influenza, morbillo, parotite, meningite meningococcica, legionellosi e tubercolosi), a trasmissione vettoriale (es. malaria, dengue, chikungunya, febbre gialla), a trasmissione zoonotica non vettoriale (es. leptospirosi) o a trasmissione sessuale e/o ematica (es. HIV, HBV, HCV, sifilide, gonorrea).

Nel passato si sono registrate alcune epidemie durante questi grandi eventi, ad esempio:

  • un’epidemia di morbillo verificatasi durante i giochi olimpici speciali del 1991 in USA ed un’altra durante un evento sportivo internazionale giovanile nel 2007 sempre in USA;
  • vari casi di salmonellosi si verificarono in una competizione giovanile di Hockey su ghiaccio in Lettonia nel 2015;
  • casi di leptospirosi si sono registrati tra i partecipanti di una gara di triathlon nell’isola della Reunione nel 2013;
  • le Olimpiadi di Rio 2016 sono state oggetto di un’attenzione particolare per la presenza, in un’area del Brasile, di un focolaio causato dall’infezione da Zika virus, malattia infettiva emergente, trasmessa da zanzare del genere Aedes egipti e risultata associata allo sviluppo di microcefalia in bambini nati da madri infettate.

La pandemia dovuta al nuovo coronavirus SARS-Cov-2 emersa nel 2020 ha, infine, messo in luce quanto possano essere importanti le conseguenze della diffusione mondiale di una malattia infettiva.

È dunque importante, prima di effettuare un viaggio, conoscere i possibili rischi infettivi, in modo da poter attuare misure preventive atte a minimizzare i suddetti.  A seconda dell’area dove lo sportivo si recherà, sarà necessario seguire delle norme igienico-alimentari e comportamentali (es. evitare determinati cibi, evitare punture d’insetti utilizzando repellenti, vestiti a maniche lunghe, zanzariere ed utilizzo del condom in caso di rapporti sessuali), effettuare determinate vaccinazioni (presenza di centri di vaccinazione internazionale a cui far riferimento), effettuare profilassi farmacologiche (aree malariche).     

 

Fonte

Gautret P, Steffen R. Communicable diseases as health risks at mass gatherings other than Hajj: what is the evidence? International Journal of infectious diseases, 2016;47:46-52.

Abubakar I, Gautret P, Brunette GW, Blumberg L, Johnson D, Memish ZA, Barbeschi M, Khan AS. Global perspectives for prevention of infectious diseases associated with mass gathering. The lancet, 2012;12:66-74.

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