Dengue

La dengue, nota anche come febbre dengue, è una malattia virale con profonde radici storiche. Le prime menzioni della dengue risalgono ad un’enciclopedia medica cinese tra il III e V secolo. Epidemie significative di dengue sono state registrate nel XVII secolo, con la prima grande epidemia documentata nel 1779 spaziando tra Nord America, Asia e Africa. La diffusione della dengue ha visto un notevole incremento a seguito della Seconda Guerra Mondiale, estendendo la sua presenza in nuove regioni del mondo.

Al giorno d'oggi, il 40% della popolazione mondiale, ovvero circa 3 miliardi di persone, risiede in aree a rischio di trasmissione di dengue. Questa malattia è ormai endemica in più di 100 paesi, colpendo ogni anno oltre 400 milioni di individui e causando la morte di circa 22.000 persone.

CAUSE

La dengue è causata dal virus omonimo, della famiglia dei Flaviviridae. Sono stati isolati 4 sierotipi differenti di dengue virus, classificati come DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4. Una persona può sviluppare la malattia per ognuno di questi, anche se infettata in passato da un altro sierotipo. Si ritiene che all'infezione primaria, in genere causata da un singolo sierotipo, consegua immunità permanente a quel sierotipo, mentre l'immunità con gli altri sierotipi è solo parziale e temporanea.

Le infezioni successive (infezioni secondarie) provocate da un sierotipo diverso dal precedente possono pertanto aumentare il rischio di sviluppare una grave dengue, per un meccanismo immunitario molto complesso che determina un’alterazione della risposta all’infezione.

TRASMISSIONE

La trasmissione della dengue avviene in seguito alla puntura di zanzare femmine di genere Aedes che si sono nutrite del sangue di individui infetti.

Caratterizzate da corpi neri con strisce bianche e dal fatto che sono attive sia di giorno che di notte, sono due specie coinvolte anche nella diffusione di altre pericolose malattie come la febbre gialla e la dengue. L’Aedes aegypti è il vettore principale e si trova solitamente in regioni tropicali e sub-tropicali. L’Aedes albopictus è quella che noi chiamiamo “zanzara tigre” e si trova nelle aree più temperate di Europa, Asia e Africa.

È invece estremamente rara la trasmissione diretta da uomo a uomo, possibile solo in caso di contatto diretto con sangue infetto.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

La dengue è endemica in oltre 100 paesi, dall’Africa, Americhe, Mediterraneo orientale, fino al sud-est asiatico, Pacifico occidentale e in tutte le regioni tropicali, con variazioni locali del rischio determinate da precipitazioni, temperatura, umidità relativa e urbanizzazione rapida in assenza di pianificazione urbanistica.

Il trend epidemico è caratterizzato da un andamento crescente, con 1.2 milioni di casi registrati nelle Americhe, Sud-est Asiatico e Pacifico occidentale nel 2008 e oltre 3.34 milioni nel 2016.

L’aumento dei nuovi casi di dengue è attribuibile anche alla diffusione del virus verso nuove aree: l’urbanizzazione e il cambiamento climatico sono fattori che consentono alla zanzara vettore di trovare nuovi habitat in cui proliferare, mentre i viaggi intercontinentali possono facilitare il trasferimento della zanzara o del virus, favorendo focolai di dengue anche in zone che non avevano mai sperimentato la malattia.

Il primo focolaio epidemico in Europa risale al 2012, nell’isola di Madeira, in Portogallo, dove il virus ha contagiato più di 2000 persone. Nel 2015, nel sud della Francia, a Nimes, si è verificata una trasmissione autoctona del virus Dengue (DENV-1), che ha causato 7 casi d’infezione. Il paese, come molti altri d’Europa, ospita la zanzara tigre, che ne ha permesso la diffusione. Il caso identificato come primario è stato importato dalla Polinesia francese.

Nel 2017, in Europa si sono verificati solo casi di importazione: 23 paesi europei hanno riportato 2026 casi di virus Dengue. La Germania ha riportato il più alto tasso (31.3%), seguita da Inghilterra (23%), Francia, Spagna e Svezia. Nell’agosto del 2020 c'è stato un caso di dengue contratta sul suolo italiano, in Veneto.

SINTOMI

Il periodo di incubazione della dengue varia dai 5-6 giorni, a cui segue un ampio spettro clinico, da una forma subclinica o asintomatica (nella quale le persone non si accorgono nemmeno di essere infette), a forme sintomatiche caratterizzata da febbre anche elevata e persistente per più di dieci giorni, dolori muscolari e articolari e un esantema rosato diffuso in particolare sulla cute del tronco.

Nei casi più gravi si arriva a sintomi simil-influenzali e disturbi epatici o encefalitici. Alcuni soggetti sviluppano una forma di dengue grave, caratterizzata da sanguinamento grave, insufficienze multiorgano (MOF, multi organ failure) e perdite plasmatiche. In questa forma, individuata per la prima volta negli Anni Cinquanta e oggi diffusa nella maggior parte dei paesi asiatici e latinoamericani, esiste un rischio concreto di morte se non gestita in modo adatto.

DIAGNOSI

Il sospetto per dengue può derivare dall’analisi clinica del paziente, con osservazione dei sintomi manifestati, o dall’anamnesi (ad esempio recente viaggio in zona endemica).

Generalmente la diagnosi del virus si basa su esami di laboratorio alla ricerca degli antigeni specifici, all’identificazione del virus con test PCR o all’analisi dei parametri ematici.

TRATTAMENTO

Non esiste un trattamento specifico per dengue. La terapia si basa sul trattamento dei sintomi e sul mantenimento delle funzioni vitali.

Per la dengue classica è di solito sufficiente riposo e il controllo della disidratazione, con il trattamento di sintomi specifici con antipiretici e analgesici. Vanno evitati i farmaci a base di aspirina (acido acetilsalicilico), che possono favorire o aggravare le emorragie.

La forma emorragica deve essere seguita con attenzione, reintegrando i liquidi e i sali minerali per via endovenosa, mentre nei casi più gravi possono essere necessarie trasfusioni di sangue e plasma.

PREVENZIONE

La prevenzione per la trasmissione di dengue inizia da una corretta profilassi comportamentale, soprattutto durante il giorno, momento in cui le zanzare sono più attive.
•    Usa un efficace repellente per zanzare
Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomanda repellenti con i seguenti principi attivi: DEET (>25%); Picaridina; IR3535; Olio di Eucalipto Limone (OLE); Para-menthane-diol; 2- undecanone.
•    Copriti
Utilizza abiti che coprano gambe e braccia, preferibilmente di colore chiaro. 
•    Controlla l’ambiente intorno a te
L’acqua stagnante è un habitat perfetto per la proliferazione delle zanzare. Assicurati che non ci siano ristagni d’acqua in: pneumatici scartati o contenitori industriali, piscine, scarichi di scolo e sottovasi. Per ridurre il rischio ti trasmissione, la lotta sistematica attraverso campagne di disinfestazione contro la popolazione di Aedes risulta essere un intervento fondamentale.
•    Leggi il nostro approfondimento Non farti pungere!

Disponibile un nuovo vaccino contro la Dengue

Il Qdenga (nome commerciale del farmaco) è un vaccino vivo attenuato, in grado di proteggere dai 4 sierotipi.

Viene essere somministrato per via sottocutanea nella parte alta del braccio (muscolo deltoide) a partire dai 4 anni di età, e prevede la somministrazione di due dosi, distanziate di tre mesi. Al momento non vi sono dati per quando somministrare un’eventuale dose di richiamo, probabilmente in futuro sarà consigliato una dose booster dopo 3- 5 anni.

Il vaccino è ben tollerato e gli effetti indesiderati sono quelli comuni ad altri vaccini: dolore in sede di inoculo, mal di testa, dolore muscolare. È l’unico vaccino in grado di proteggere anche i soggetti che in passato hanno contratto la Dengue (limite del precedente vaccino), è quindi un vaccino consigliato per tutti i viaggiatori Internazionali.

Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.
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