Il rischio malaria nel mondo: come leggere le cartine ufficiali
Data pubblicazione: 06/02/2023
Categoria: News - Autore: Alberto Canciani
La raccomandazione per la prevenzione della malaria nei viaggiatori deve prendere in considerazione un duplice aspetto: il rischio di contrarre la malattia in caso di protezione inadeguata e il rischio di danni alla salute dovuti agli interventi preventivi. Su questa base si deve fondare il sistema di scelta per la raccomandazione del metodo preventivo da utilizzare, e cioè il calcolo rischio/beneficio: in ogni singola situazione la decisione sull’intervento da praticare verrà presa ponendo su un piatto della bilancia il rischio dell’intervento, cioè i suoi potenziali effetti tossici o comunque indesiderati, e sull’altro il beneficio atteso e cioè la riduzione della probabilità di contrarre l’infezione, tenuto conto da un lato dell’efficacia e della tossicità dell’intervento, dall’altro dell’incidenza e della gravità della patologia. Dal momento che l’epidemiologia della malaria è in continua evoluzione sotto la spinta dei cambiamenti climatici e dei programmi di controllo nazionali e sovranazionali, ed anche i metodi preventivi a disposizione si modificano e si evolvono, è previsto che le informazioni presenti in questo contenuto siano rinnovate dopo un periodo massimo di due anni.
La malaria è un’infezione parassitaria dovuta a protozoi del genere Plasmodium. Cinque sono le specie che possono infettare l’uomo: P.falciparum, P.vivax, P.malariae, P.ovale, P.knowlesi. Il parassita viene trasmesso dalla femmina di zanzara del genere Anopheles. Una volta inoculato nell’uomo tramite la puntura della zanzara esso raggiunge il fegato attraverso il torrente ematico. Al termine del ciclo schizogonico intraepatocitario, dopo un periodo variabile di tempo, il parassita invade i globuli rossi moltiplicandosi e provocandone la distruzione (ciclo schizogonico ematico), per poi infettare altri globuli rossi. Alcuni plasmodi si trasformano in un ulteriore stadio parassitario (gametocita, maschile e femminile), che può essere assunto da una nuova zanzara durante il pasto di sangue e ricominciare il ciclo. P.vivax e P.ovale hanno la caratteristica di poter sviluppare uno stadio epatico a bassa attività metabolica (ipnozoita), che può attivarsi a distanza di mesi o anni dando luogo al ciclo schizogonico intraepatocitario.
Il primo metodo di prevenzione dell’infezione e della malattia è la protezione dalla puntura delle zanzare, che può avvalersi di metodi chimici, di barriera o combinati. La chemioprofilassi antimalarica consiste nell’assunzione di farmaci attivi sul parassita malarico per tutto il periodo di esposizione e per un periodo successivo, con lo scopo di eliminare il parassita dopo l’infezione ma prima dell’esordio dei sintomi. I farmaci attualmente in uso in chemioprofilassi sono inattivi sugli ipnozoiti, per cui inefficaci nell’evitare le recidive di P.vivax e P.ovale.
La malaria è diffusa nella quasi totalità delle regioni tropicali del mondo, ad eccezione delle aree desertiche, ed in alcune zone della fascia temperata (particolarmente P.vivax). La maggior parte dei casi di malaria è dovuta a P.falciparum, in modo particolare in Africa, dove il carico della malattia è massimo.
La densità del vettore, la sua inclinazione a nutrirsi sull’uomo e la sua longevità (ad esempio An.gambiae in Africa), sono i principali fattori determinanti la diffusione della malaria. L’entità della trasmissione della malaria può essere molto variabile all’interno della stessa zona geografica o dello stesso Paese. Normalmente non si ha trasmissione della malattia al di sopra dei 2000 m di quota; le condizioni ottimali di temperatura sono tra i 20 e i 30°C, con assenza di trasmissione al di sotto dell’isoterma di 16°C.
L’umidità ambientale favorisce la diffusione della malattia. Una considerevole differenza si evidenzia tra le zone urbane e le zone rurali, con queste ultime a maggior rischio, in modo particolare in Africa dove la differenza può arrivare a 8 volte.
L’entità della trasmissione in una determinata area può essere valutata mediante vari indicatori:
- Parasite Rate (PR), percentuale di individui infetti in un certo momento;
- Entomological Inoculation Rate (EIR), numero di punture infettanti/persona/anno;
- Annual Parasite Incidence (API), casi confermati/anno /popolazione x1000.
Questi indicatori si riferiscono al rischio nella popolazione residente, che tuttavia non sempre riflette esattamente il rischio nei viaggiatori.
Dati precisi sul rischio nei viaggiatori sono peraltro limitati, in particolare in relazione alla difficoltà di ottenere i dati sul numero complessivo di viaggiatori, da utilizzare come denominatore dei tassi di incidenza, normalmente calcolati in casi/100.000.
La diffusione dell’infezione può essere variabile nel tempo con caratteristiche epidemiche in particolare nelle zone a endemia medio-bassa.
Naturalmente la probabilità di infettarsi è direttamente proporzionale al tempo di soggiorno nell’area malarica. Per soggiorni molto brevi, quindi, il rischio di infezione può anche essere inferiore al rischio di tossicità da chemioprofilassi, che tende ad essere scarsamente tempo-dipendente.
Le zanzare appartenenti al genere Anopheles sono insetti ematofagi ad attività crepuscolare-notturna; sono dunque le ore comprese tra il tramonto e l’alba quelle in cui il rischio di infezione è massimo.
La sistemazione alberghiera durante il viaggio, e quindi la possibilità di usare zanzariere impregnate al letto, zanzariere alle finestre, locali con aria condizionata per le ore serali e notturne, modificano la probabilità di punture di insetto e, quindi, di infezione. In generale i viaggi in sistemazioni economiche sono considerati a maggior rischio. Le aree a trasmissione intermedia, come India del Nord (Rajasthan), Sri Lanka, Asia Centro-occidentale (Turchia, Azerbaijan, Iraq, Afghanistan, Tajikistan), Africa orientale (Etiopia, Eritrea), Africa del Sud (Botswana, Mozambico, Namibia, Sud Africa, Swaziland, Zimbabwe, Madagascar) sono le più soggette alla malaria stagionale epidemica.
Alcuni gruppi di viaggiatori sono particolarmente a rischio per la malaria. Tra questi sono compresi gli individui originari di zona endemica che si sono stabiliti in area non endemica: questi individui hanno perso la loro pur parziale protezione immunitaria e possono avere minore accesso a corrette informazioni sulla prevenzione, soggiornare in sistemazioni poco protette ed avere una ridotta percezione del rischio. Le donne in gravidanza, i bambini, gli anziani ed i portatori di patologie croniche, se infettati, possono presentare forme cliniche di maggiore gravità.
Fonti:
https://www.who.int/travel-advice
https://malariaatlas.org/about-map/
https://www.academia.edu/12488671/Progress_of_the_MARA_ARMA_mapping_malaria_risk_in_Africa_project
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3499992/
https://malariajournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/1475-2875-10-378