Vaiolo delle scimmie in Nigeria

Data pubblicazione: 28/05/2019 - Ultimo aggiornamento: 02/06/2022
Categoria: Alert dal mondo - Autore: Staff Ambimed

Vaiolo delle scimmie in Nigeria

Da settembre 2017 è in corso un’epidemia di vaiolo delle scimmie in Nigeria, che ha causato ad oggi più di 700 casi infetti e molteplici decessi, rendendolo il più grande focolaio al mondo da quando la malattia è stata scoperta nel 1970. Il vaiolo delle scimmie è inoltre presente in altri Paesi dell’Africa centrale e occidentale, con un numero di infezioni in costante crescita da anni: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Costa d'Avorio, Liberia, Repubblica del Congo, Sierra Leone , e Sud Sudan.

Per quanto si tratti di una malattia nella maggior parte dei casi lieve, non si può escludere la possibilità di esiti più gravi (la mortalità è stata storicamente attorno al 10%, anche se negli ultimi tempi il tasso è sceso al 3-6%). Alla luce del numero di casi che si stanno registrando in Europa, dove non è tipicamente presente, è importante tenere alta l’allerta durante tutti gli spostamenti in aree in cui esiste rischio di trasmissione del virus.


CONSIGLI AI VIAGGIATORI

Poiché il virus si diffonde attraverso il contatto con gli animali o gli esseri umani infettati con il virus, il CDC consiglia ai viaggiatori diretti in Nigeria di:

  • lavarsi le mani con acqua e sapone;
  • evitare di toccarsi occhi, naso e bocca senza assicurarsi di aver le mani pulite;
  • evitare il contatto con persone visibilmente malate e con oggetti utilizzati da persone malate;
  • evitare di avvicinarsi a animali selvatici, sia vivi che morti, ed evitare il consumo di carne e prodotti derivati da animali selvatici

Nel caso in cui durante o dopo il viaggio si manifestino sintomi come mal di testa, febbre, gonfiore dei linfonodi o eruzione cutanea è consigliato di evitare ogni contatto con altre persone e richiedere immediatamente assistenza medica. Si raccomanda, se possibile, di informare telefonicamente la struttura sanitaria del proprio arrivo.


IL VAIOLO DELLE SCIMMIE

Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi virale (un virus trasmesso all'uomo dagli animali), causata dal virus Orthopoxvirus, con sintomi molto simili a quelli osservati in passato nei pazienti con vaiolo, sebbene sia clinicamente meno grave. È stato identificato per la prima volta nella Repubblica Democratica del Congo nel 1970.

Con l'eradicazione del vaiolo nel 1980 e la successiva interruzione dei programmi di vaccinazione, il vaiolo delle scimmie è emerso come il più rilevante orthopoxvirus per la salute pubblica. Il vaiolo delle scimmie si trova principalmente nell'Africa centrale e occidentale, spesso in prossimità delle foreste pluviali tropicali, ma anche sono in aumento i casi nelle aree urbane. Fino al 2022 erano stati individuati casi al di fuori dell’Africa solamente tre volte: un focolaio negli Stati Uniti nel 2003, 3 casi nel Regno Unito e 1 in Israele.

Gli ospiti animali includono una serie di roditori (tra cui scoiattoli, ratti e ghiri) e primati non umani. La trasmissione all’uomo avviene con il contatto diretto con sangue, fluidi corporei o lesioni della cute e delle mucose di animali infetti. La trasmissione umana avviene tipicamente in seguito a contatti stretti con secrezioni respiratorie, lesioni cutanee di una persona infetta o oggetti recentemente contaminati. La trasmissione attraverso le particelle respiratorie delle goccioline di solito richiede un contatto faccia a faccia prolungato, per cui è più frequente tra gli operatori sanitari e altri contatti stretti dei malati.

Il periodo di incubazione è tra 1 e 2 settimane, anche se può arrivare anche ai 21 giorni. La malattia si manifesta in un primo periodo che dura fino a 5 giorni, caratterizzato da febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e rigonfiamento dei linfonodi. La seconda fase inizia dopo 1-3 giorni dall’inizio della malattia e si manifesta con un’eruzione cutanea che si concentra tipicamente sul viso e sugli arti.


TERAPIE E VACCINO

Non esiste al momento una cura per la malattia: le terapie a nostra disposizione sono concentrate sul mantenimento delle condizioni di salute e la lotta a infezioni secondarie. La malattia si risolve di solito spontaneamente in circa 2-4 settimane.

Sappiamo tuttavia che la vaccinazione contro il vaiolo ha un’efficacia dell’85% e può essere utilizzata per tutelare soggetti particolarmente a rischio. Si ipotizza anche che la vaccinazione effettuata dopo l’esposizione al virus possa attenuare i sintomi o facilitare la prevenzione della malattia, in maniera analoga a quanto succede con il vaccino antirabbico.

Articoli correlati:

Storia del vaccino anti vaiolo

Trovi questo articolo interessante? Condividilo sui social