I ricercatori del Kenya Medical Research Inistitute (KEMRI) hanno individuato, nei distretti di Saku e Laisamis della contea di Marsabit, nel Kenya settentrionale, una nuova zanzara, appartenente al genere Anopheles Stephensi, responsabile di una recente ondata di malaria in Africa.
L’Anopheles Stephensi, originaria del sud-est asiatico, è apparsa una decina di anni fa a Gibuti, nel Corno d'Africa, prima di diffondersi progressivamente in Somalia, Etiopia, e, attualmente, in Kenya, come notificato dall’Istituto nigeriano di ricerca medica e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nelle contee di Marsabit e Turkana, infatti, territori desertici 600 chilometri a nord di Nairobi, sono stati raccolti, diversi campioni di larve, per la prima volta, nel dicembre 2022.
Seth Irish, entomologo dell’OMS, ha affermato che il nuovo parassita sta nuovamente proliferando, provocando il più alto livello di trasmissione della malaria negli ultimi 50 anni. In un Paese con 3,4 milioni di casi all’anno di malaria, la presenza di questa specie invasiva, che trasmette i parassiti del Plasmodium vivax e falciparum, i più letali per l'uomo, allarma gli studiosi. Un altro team di ricercatori dell’Armauer Hansen Research Institute di Addis Abeba, in Etiopia, ha segnalato, ai primi di novembre 2022, in occasione della riunione annuale dell’American Society of Tropical Medicine and Hygiene, che questo nuovo vettore potrebbe essere responsabile del focolaio recentemente scoppiato a Dire Dawa, seconda città più popolosa del Paese dell'Africa orientale. Questo centro abitato, di fatto, registrava, nel 2019, 205 casi di malaria, saliti a 2400 nel 2021. Secondo il team di ricerca, guidato dal biologo molecolare Fitsum Girma Tadesse, la maggioranza delle persone infette vive in aree in cui, attualmente, la zanzara più frequente è, proprio, l'Anopheles Stephensi.
Anopheles Stephensi: dove si riproduce
Questo parassita del genere Anopheles, diversamente dalle zanzare anofeli tradizionali, si riproduce, prevalentemente, in acque pulite e potabili di cisterne cittadine, in piccole pozze presenti in pneumatici abbandonati in strada e può proliferare e diffondersi, persino, nella stagione con clima secco, perché le larve possono sopravvivere per lunghi periodi anche in assenza di acqua.
Il Dottor Omar Ahmeddin, capo del programma di controllo della malaria del Ministero della Salute, ha affermato che, dagli studi effettuati dal team di scienziati, è emerso che questo nuovo vettore può proliferare sia in ambienti rurali sia urbani e ciò potrebbe voler dire un alto tasso di trasmissione; per questo motivo, l’Anopheles Stephensi sta diventando una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica. Secondo uno studio riportato dalla World Health Organization, l’Anopheles Stephensi potrebbe mettere a rischio di malaria circa 126 milioni di persone in Africa, se dovesse diffondersi senza controllo.
Per gli studiosi del KEMRI, il nuovo parassita del genere Anopheles è estremamente invasivo e si adatta a diverse condizioni climatiche e ambientali. A causa dei cambiamenti climatici, infatti, le colture abitualmente presenti vengono sostituite con altre più idonee alle nuove condizioni climatiche; ad esempio, le piantagioni di banane sono state rimpiazzate dalle noci di cocco o dall’ananas le cui foglie sono rivolte verso l’alto e, se non smaltite in modo corretto, possono essere raccoglitori di acqua piovana, favorendo lo sviluppo delle larve.
Il nuovo vettore della malaria è resistente agli insetticidi tradizionali
Il team di ricerca diretto da Sam Kariuki, in collaborazione con la Divisione del Programma Nazionale Malaria (Dnmp) del Ministero della Salute, ha evidenziato che il nuovo vettore, diversamente dalle zanzare tradizionali che provocano la malaria, come l’Anopheles gambiae e Anopheles funfests, è resistente agli insetticidi convenzionali. Anche le zanzariere si sono rivelate inefficaci. L’epidemiologo April Monroe del Johns Hopkins Center for Communication Programs, ha dichiarato che questa zanzara sembra pungere nel pomeriggio e all’imbrunire e non durante la notte: per questo motivo le zanzariere da letto e l’irrorazione degli ambienti con insetticidi non sono efficaci.
5 Strategie di prevenzione dell’OMS contro la nuova zanzara della malaria
L’invasione di Anopheles Stephensi in Africa sub-sahariana, dove si concentra il più elevato tasso di malaria, è particolarmente preoccupante; dal 2012, infatti, si ritiene che questa nuova zanzara abbia contribuito alla recrudescenza della malattia. Per contrastare la proliferazione di questo insetto è necessario adottare nuove strategie come, ad esempio, coprire cisterne e pozzi, smaltire correttamente gli scarti delle potature e altri potenziali raccoglitori di acqua piovana per impedire la deposizione delle uova.
L’OMS sta ancora studiando sia l’Anopheles Stephensi, sia il suo ruolo nella trasmissione della malaria nel continente africano, come afferma il Dottor Jan Kolaczinski, che guida l'unità di controllo dei vettori e resistenza agli insetticidi del Programma globale contro la malaria. Il Dottore sottolinea, inoltre, che non si è ancora a conoscenza della reale diffusione di questa nuova specie e quale potrebbe essere l’entità della sua propagazione.
Le strategie di prevenzione da adottare per il controllo dell’Anopheles Stephensi raccomandate dall’OMS si suddividono in 5 punti:
- aumento della collaborazione tra i programmi nazionali di controllo della malaria, i ricercatori e tutti quelli che conducono sorveglianza sanitaria, per garantire la condivisione delle conoscenze, l’uso delle risorse e la definizione delle priorità. La collaborazione transfrontaliera è essenziale e tutti i Paesi dovrebbero lavorare insieme per un approccio efficace;
- rafforzare la sorveglianza per determinare la diffusione del nuovo vettore e indagare il potenziale impatto della sua presenza nelle aree urbane, fornendo anche indicazione della presenza dell’insetto in aree in cui non è stata ancora rilevata;
- migliorare lo scambio di informazioni, per documentare e condividere i successi e gli insuccessi nella lotta contro il vettore e individuare i migliori approcci da adottare;
- sviluppare delle Linee Guida comuni, da aggiornare se necessario, per la sorveglianza, le misure di controllo e i metodi per arginare la diffusione della zanzara;
- dare priorità alla ricerca, per trovare metodi di risposta a questo vettore invasivo, integrarli con quelli adottati per altre zanzare vettore e valutare gli interventi di controllo.
Tutte le segnalazioni della presenza di Anopheles Stephensi dovrebbero essere notificate all’OMS per consentire la condivisione dei dati e tracciare distribuzione e diffusione del vettore al fine di valutare l’efficacia dei diversi approcci di controllo ed eliminazione contro questa nuova zanzara.