La capacità di ascoltare, il segreto della Consulenza Pre-Viaggio
Data pubblicazione: 11/11/2021 - Ultimo aggiornamento: 28/05/2022
Categoria: News - Autore: Edoardo Zanini
In un’epoca in cui tutti possono dire “mi sono informato su internet” è importante ribadire come sia assolutamente necessario rivolgersi a un esperto prima di affrontare un viaggio fuori dall’Italia, soprattutto per quelle destinazioni in zone tropicali.
Tutti probabilmente hanno sentito parlare di Malaria e Febbre Gialla, pochi di Dengue, ma sfido chiunque non sia del settore o non abbia viaggiato abbondantemente a saper dire qualcosa in merito a Chikungunya, Schistosomiasi o Malattia di Chagas.
Spesso si è portati a sottovalutare il problema. Soffriamo un po’ della sindrome di “Superman”.
È vero, nel 2021 difficilmente una malattia tropicale ha esito nefasto se si ricevono le adeguate cure, ma per quale motivo si dovrebbe rischiare, quando si hanno tutti i mezzi necessari per evitarlo?
O ancora, per quale motivo ci si dovrebbe rovinare un viaggio, magari programmato da anni, per una patologia?
I dati dell’Annual Epidemiological Report (AER) dell’ECDC relativi all’anno 2019 e pubblicati ad aprile 2021 dicono che in 29 Paesi dell’Unione europea (UE) sono stati registrati 8641 casi di malaria (99,8% casi importati). In Italia vengono notificati circa 800 casi di malaria ogni anno. Più in generale nel periodo compreso tra il 2011 e il 2017 in Italia ci sono stati 4132 casi relativi a malattie tropicali neglette, di cui molto spesso si hanno pochissime informazioni a riguardo.
Di conseguenza prima della partenza è opportuno rivolgersi a personale qualificato per sapere quali siano i potenziali pericoli durante il soggiorno. Così come si prenota hotel e volo, è opportuno effettuare una consulenza pre-viaggio a tempo debito, almeno 1 mese prima della partenza.
Il counselling pre-viaggio non è un “devi fare questo!”.
Il counselling prima di tutto è ascolto: il professionista sanitario ascolta l’utente, capisce la tipologia di viaggio, ma anche la tipologia di persona, le tappe toccate, la lunghezza del soggiorno e il periodo. L’offerta va modulata in base a ciò che ci si ritrova davanti. Non si limita a una “standardizzazione” in base al paese che si vuole visitare.
Facciamo un esempio: due persone diverse devono recarsi in Tanzania, ricordiamoci che la Tanzania è grande 945.090 km² (3 volte la superficie dell’Italia):
- il primo andrà in viaggio di nozze insieme al suo compagno, nella zona più turistica di Zanzibar in un resort all-inclusive a 5 stelle per due settimane a giugno;
- il secondo invece, si recherà nel Nord del Paese per 3 settimane a dicembre, dormirà con il compagno in tenda e si occuperà di volontariato con animali selvatici. L’ospedale più vicino è a 5 ore di ore di bus.
Il paese è lo stesso, ma è evidente che i possibili rischi sono diversi tra le due tipologie di soggiorno. Nel caso in cui si cerchino indicazioni sanitarie in merito, su una pagina qualsiasi su Internet, però risultano essere le stesse: una lunga lista di vaccinazioni e profilassi che non tengono conto delle variabili intrinseche del viaggio stesso.
Posto che la vaccinazione è uno strumento fondamentale è bene in ogni caso valutare le priorità del viaggiatore.
È chiaro come il secondo viaggiatore abbia un rischio molto superiore di contrarre ad esempio la rabbia per la tipologia di attività a cui è esposto e allo stesso tempo avrebbe più difficoltà a raggiungere un centro medico in caso di morso. Di conseguenza, seppur tra le possibili indicazioni in caso di viaggio in Tanzania, il vaccino antirabico è da consigliare solo in determinate situazioni.
Così come la profilassi antimalarica: il rischio è direttamente proporzionale al tempo di esposizione, al periodo dell’anno del soggiorno e alla zona della trasferta.
Porsi in un atteggiamento di ascolto è fondamentale per il conseguimento dell’obiettivo, ovvero la protezione e l’informazione del paziente.
Se da una parte il professionista sanitario deve essere attento alle esigenze del viaggiatore, dall’altra, l’utente, deve cogliere questa occasione, non come un obbligo, ma come un’opportunità di confronto e di apprendimento. Tutto questo bagaglio sarà utile anche in caso di viaggi futuri, sia in termini di nozioni che di vaccinazioni effettuate.