Encefalite Giapponese

Documentata per la prima volta nel 1871 in Giappone, l’encefalite giapponese (JE) è una malattia virale, principale causa di encefalite in Asia e Pacifico occidentale. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che ci siano circa 68.000 casi di encefalite giapponese in tutto il mondo ogni anno, di cui 13.600-20.400 decessi. Le persone più a rischio sono quelle che vivono e lavorano nelle aree rurali, come negli allevamenti di suini e nelle risaie, dove la condizione è diffusa.

CAUSE

Il virus responsabile dell'encefalite giapponese (JEV, Japanese Encephalitis Virus) è un Flavivirus a RNA a filamento singolo imparentato a quelli che provocano gravi malattie come la febbre gialla, trasmesso dagli animali all’uomo. Ha tipicamente come serbatoi di riproduzione animali come suini e uccelli, mentre viene trasmessa dalle zanzare.

TRASMISSIONE

Il virus JEV viene trasmesso all'uomo attraverso il morso delle zanzare infette di Culex, in particolare Culex tritaeniorhynchus. Il virus viene mantenuto in un ciclo tra zanzare e ospiti vertebrati, principalmente suini e uccelli trampolieri. Gli esseri umani sono ospiti secondari o vicoli ciechi, perché di solito non sviluppano concentrazioni abbastanza elevate di virus JE nei loro flussi di sangue da infettare le zanzare e di proseguire così la trasmissione.

JEV colpisce principalmente i bambini. La maggior parte degli adulti nei paesi endemici ha un'immunità naturale dopo l'infezione infantile, ma comunque possono essere colpiti individui di qualsiasi età.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

Il rischio di encefalite giapponese esiste in 24 Paesi del sud-est asiatico e del Pacifico orientale, in un’area e interessa oltre 3 miliardi di persone, dove provoca grandi focolai, con intensità maggiore durante la stagione delle piogge. È concentrata tipicamente in zone agricole o rurali, dove le zanzare trovano un habitat adatto tra le risaie e gli allevamenti, ma sono in aumento i casi nelle aree urbane.

SINTOMI

L’encefalite giapponese è nella maggior parte dei casi asintomatica. Solo meno dell’1% dei soggetti infetti manifesta, dopo un periodo di incubazione che va dai 5 ai 15 giorni, sintomi evidenti come mal di testa, febbre, affaticamento, malessere, nausea e vomito. 

Può peggiorare con sintomi neurologici come rigidità del collo, mal di testa, convulsioni, alterazione dello stato di coscienza, paralisi spastica (1 caso su 250). Le forme più gravi evolvono in una encefalite virale acuta, con un tasso di letalità del 30%, caratterizzata da una sindrome parkinsoniana. Fino al 30% dei soggetti che sopravvivono può manifestare deficit neurologici o psichiatrici.

DIAGNOSI

La diagnosi di encefalite giapponese si basa su una valutazione anamnesica (individuando ad esempio un recente viaggio in zona endemica) e su una valutazione clinica.

Gli individui che vivono o hanno viaggiato in un'area endemica e sperimentano l'encefalite sono considerati un caso sospetto di JE. È necessario un test di laboratorio per confermare l'infezione da JEV ed escludere altre cause di encefalite. L'OMS raccomanda di testare l'anticorpo IgM specifico per JEV in un singolo campione di liquido cerebrospinale o siero, usando un test ELISA.

TRATTAMENTO

Non esiste ad oggi un trattamento specifico per le infezioni da JEV. La cura si basa sul trattamento dei sintomi e il supporto delle funzioni vitali, spesso con il ricovero in ospedale.

PREVENZIONE

La prevenzione per la trasmissione dell’encefalite giapponese inizia da una corretta profilassi comportamentale, soprattutto durante il giorno, momento in cui le zanzare sono più attive.
•    Usa un efficace repellente per zanzare
Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomanda repellenti con i seguenti principi attivi: DEET (>25%); Picaridina; IR3535; Olio di Eucalipto Limone (OLE); Para-menthane-diol; 2- undecanone.
•    Copriti
Utilizza abiti che coprano gambe e braccia, preferibilmente di colore chiaro. 
•    Controlla l’ambiente intorno a te
L’acqua stagnante è un habitat perfetto per la proliferazione delle zanzare. Assicurati che non ci siano ristagni d’acqua in: pneumatici scartati o contenitori industriali, piscine, scarichi di scolo e sottovasi. Per ridurre il rischio ti trasmissione, la lotta sistematica attraverso campagne di disinfestazione contro la popolazione di Aedes risulta essere un intervento fondamentale.
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Esiste anche un vaccino, estremamente efficace nell’evitare la malattia, che viene somministrato per via intramuscolare con due dosi a 28 giorni di distanza.

Fonte: cdc.gov/japaneseencephalitis
WHO

Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.
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