Clamidia

La clamidia è una malattia sessualmente trasmessa di origine batterica, conosciuta all’umanità da lungo tempo: il primo riferimento risale circa al 1550 a.C. e appare nel Papiro Ebers, una raccolta di conoscenze mediche e mistiche conservato all’Università di Lipsia.

Per trovare una definizione approfondita della malattia dobbiamo però attendere il 60 d.C., quando il medico e botanico Dioscoride Pedanio, vissuto nella Roma imperiale sotto Nerone, riportò l’osservazione di un uomo affetto da rossore, granulazione e forte senso di bruciore, provocati da un’infezione che culminò con la perdita della vista.

Nel corso dei secoli, la malattia è stata attribuita a parassiti e successivamente a virus fino alla seconda metà del Novecento, quando ricerche successive con strumentazioni moderne misero in evidenza molte caratteristiche simili ai batteri, confermando l’origine della malattia.

CAUSE

Responsabile della malattia è Chlamydia trachomatis, un batterio intracellulare obbligato (che, quindi, si può riprodurre solamente all’interno di una cellula ospite). Se ne conoscono cinque specie, responsabili di infezioni differenti:

  • Chlamydia trachomatis
  • Chlamydia pneumoniae
  • Chlamydia psittaci (da volatili a uomo)
  • Chlamydia suis (patogeno dei suini)
  • Chlamydia muridarum (patogeno dei topi)

Mentre la pneumoniae e la psittaci portano all’origine di forme d’infezione polmonare, la trachomatis è responsabile di flogosi oculare e in particolare di patologie sessualmente trasmesse (MST).

TRASMISSIONE

La trasmissione avviene principalmente per via sessuale, con lo scambio di fluidi tra una persona infetta e una sana, che può avvenire anche per via indiretta attraverso, per esempio, le mani o giocattoli sessuali.

Può avvenire anche la trasmissione verticale da madre a figlio durante il parto. Sono invece rari i casi di trasmissione durante la gravidanza e post-partum.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

Questa malattia è presente in tutto il mondo. I numeri sono particolarmente alti negli Stati Uniti, con 1.500.000 infetti nel 2015, ma si registra un aumento costante anche in Europa, particolarmente nella fascia d’età tra i 20 e i 24 anni.

SINTOMI

Per quanto la Chlamydia Trachomatis sia spesso asintomatica o con sintomi vaghi, per cui è chiamata anche Epidemia Silente, sviluppa negli individui diverse manifestazioni che se non trattate possono provocare gravi conseguenze

L’infezione da Trachomatis ha un periodo d’incubazione tra i 7 e i 21 giorni dal contagio e non dona immunità verso eventuali reinfezioni successive.

Nelle donne si riscontrano cervicite con secrezione mucosa di tipo filante, irritazione, sanguinamento, e a volte uretrite con piuria e disuria. In alcuni casi, inoltre, dalla cervice uterina può arrivare alla Tuba di Falloppio e dare vita ad una patologia infiammatoria pelvica che può determinare infertilità (MIP).

Le donne in gravidanza possono trasmettere l’infezione durante il parto e nel neonato può provocare congiuntivite e/o polmonite neonatale.

Negli uomini, invece, la Trachomatis si manifesta con uretrite, irritazione, prurito e secrezioni, talvolta dolore ed ingrossamento dei testicoli.

In caso di rapporto di tipo anale, l’infezione può diffondersi al retto. Questa diffusione causa una infiammazione del retto caratterizzata da dolori intensi, sanguinamento e perdite di tipo muco-purulento. La Chlamydia Trachomatis può anche determinare faringiti dolorose nei casi di trasmissione orale.

Le persone colpite da questa MST, hanno sicuramente una probabilità superiore rispetto a chi non è infetto di acquisire e trasmettere quella da HIV.

DIAGNOSI

Le infezioni genito-urinarie da Chlamydia Trachomatis rappresentano circa il 50% delle uretriti non gonococciche. Viene diagnosticata con test di laboratorio molecolari che si basano sull’amplificazione degli acidi nucleici con tamponi endocervicali, uretrali, vaginali, rettali, orali o in campioni di urine.

In caso di un test positivo, è consigliabile anche sottoporsi a test sierologico per HIV e per altre MST. Sempre in caso di positività è opportuno estendere questa ricerca al partner sessuale.

TRATTAMENTO

La terapia per la Trachomatis è di tipo antibiotico e prevede azitromicina o doxiciclina per via orale. In alternativa levofloxacina o eritromicina, sempre per via orale. Vanno trattati anche i partner sessuali e ripetuto il test 3 mesi dopo la terapia.

Nella donna in gravidanza viene usata azitromicina e ripetuto il test a 4 settimane dalla fine del trattamento. È necessario astenersi dai rapporti sessuali fino ad una settimana dalla fine terapia.

PREVENZIONE

La prevenzione si fonda come altre MST sull’uso del profilattico, poiché non esiste un vaccino mirato. Gli spermicidi e gli agenti battericidi, così come i dispositivi intravaginali, non sono un mezzo per contrastare alcuna malattia sessualmente trasmessa. L’unica via di prevenzione è l’uso del profilattico nei rapporti sessuali vaginali, orali e anali ed evitare rapporti a rischio o comunque quando non è noto lo stato di salute del partner.

Nei paesi ad alto rischio per la Trachomatis o per il Linfogranuloma Venereo (nell’ordine Stati Uniti ed Europa dell’Est per la prima e Africa, India e Sud Est asiatico per il secondo) è necessario evitare rapporti con locali se non protetti.

In caso di positività l’astinenza fino alla negativizzazione permetterà di evitare di trasmettere l’infezione. Tornando poi da un viaggio se si è avuto rapporti di qualsiasi tipo con persone del luogo non protetti, è opportuno fare dei controlli per la Trachomatis anche se non vengono rilevati sintomi, considerato il grande numero di infezioni asintomatiche.

Quanto sopra vale anche in caso di sintomi lievi quali bruciore, difficoltà ad urinare, dolore e gonfiore allo scroto, e nelle donne perdite vaginali, sanguinamenti, dispareunia (dolore durante il rapporto sessuale). Ricordiamo sempre che i viaggi internazionali facilitano la veloce diffusione delle patologie sessualmente trasmesse a livello globale.
 

Bibliografia

Linee guida OMS “Treatment of Chlamydia Trachomatis” (2017)

  1. “Le infezioni sessualmente trasmesse. Come riconoscerle e prevenirle” (2018)
  2. “The impact of Chlamydia Trachomatis infection on sperm parameters and male fertility: A comprehensive study”
  3. “Magazine” Fondazione Umberto Veronesi 2019
  4. “La diagnostica delle infezioni sessuali” Idelson Gnocchi (2014)
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.
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