News dal Centrafrica: Uganda, Congo, Senegal e Mali

Data pubblicazione: 23/06/2023
Categoria: Alert dal mondo - Autore: NSSG

News dal Centrafrica: Uganda, Congo, Senegal e Mali

Uganda e la Repubblica Democratica del Congo: attacco terroristico oltre la linea di sicurezza

Venerdì 16 giugno, terroristi hanno attaccato un complesso scolastico privato nel sud-ovest dell'Uganda, vicino al confine con la Repubblica Democratica del Congo, causando la morte di 37 studenti e alimentando le paure di una riattivazione dell'attività militante in una regione storicamente turbolenta.

Si tratta dell'attacco terroristico più mortale in Uganda da molti anni; gli assalitori hanno sparato alla guardia della scuola prima di entrare negli alloggi, attaccando gli studenti con machete e lanciando bombe incendiarie. Successivamente, gli assalitori sono fuggiti nelle foreste del Congo.

 

Senegal: rilevate violenze legate alla situazione politica

Nelle ultime due settimane, almeno 16 persone sono state uccise, 350 sono state ferite e oltre 500 sono state arrestate durante giornate di proteste a seguito della condanna del popolare leader dell'opposizione Ousmane Sonko. L'uso di armi da fuoco da parte delle forze di sicurezza durante le proteste crea un precedente negativo per il Senegal.

I sostenitori di Sonko dicono che il verdetto è stato motivato politicamente in quanto il leader sta sfidando il governo del presidente Macky Sall nelle prossime elezioni (febbraio 2024). In seguito alle proteste, l'ONU ha osservato che le restrizioni alla libertà di espressione e di assemblea pacifica sono diventate sempre più comuni.

 

Mali: referendum costituzionale e ritiro delle forze dell'ONU

Domenica 18 giugno, il Mali ha tenuto un referendum costituzionale che il governo militare al potere ha presentato come un passo fondamentale verso il ritorno al governo civile. Tuttavia, i risultati finali, attesi per essere annunciati lunedì 19, sono stati posticipati a mercoledì 20 giugno. Resta ancora incerto se verranno comunicati prontamente. Il ritardo è stato causato dalla violenza contro le autorità elettorali. Numerosi rapporti hanno evidenziato il rapimento di funzionari elettorali e le foto hanno mostrato seggi elettorali chiusi. Negli ultimi anni, il paese ha affrontato la violenza di gruppi militanti legati ad al-Qaida e allo Stato Islamico, così come del gruppo paramilitare Wagner Group della Russia, a cui la giunta militare maliana ha ripetutamente fatto affidamento per il supporto.

Il referendum costituzionale stesso e i suoi risultati rinviati mettono in evidenza l'incerto futuro politico del Paese nei prossimi anni. Secondo la nuova costituzione, il leader militare al potere, Col. Assimi Goïta, avrebbe maggiore autorità sul primo ministro e sul governo, mentre l'esercito manterrebbe il controllo sulle forze dell'ordine e sui procedimenti giudiziari. Tuttavia, verrebbe anche istituita una corte di conti indipendente per monitorare la spesa. Gli oppositori del referendum continuano a sostenere che la nuova bozza espanderebbe i poteri del presidente e della giunta militare a spese del parlamento in vista delle elezioni presidenziali del febbraio 2024.

Preoccupante è il fatto che venerdì 16 giugno l'esercito maliano ha richiesto alla missione di peacekeeping dell'ONU di lasciare il Paese. Ciò è avvenuto dopo che l'ONU ha pubblicato un rapporto a maggio criticando le politiche di sicurezza delle forze armate maliane.

 

Trovi questo articolo interessante? Condividilo sui social