L’edilizia e le vaccinazioni obbligatorie
Data pubblicazione: 14/12/2022
Categoria: News - Autore: Maria Vittoria Manai
L’edilizia ha avuto un ruolo chiave negli ultimi sessant’anni nell’evoluzione dell’economia. È un luogo di lavoro particolare, temporaneo, con una sequenza di fasi lavorative, cadenzate da un cronoprogramma; inoltre è caratterizzato da compiti molto diversi tra loro, dall’alternanza di attività, dalla frammentazione e dagli spostamenti della manodopera, dall’estemporaneità, dal lavoro all’aperto, dal cottimismo, dal sistema degli appalti e dei subappalti.
Le condizioni ambientali ed organizzative sono mutevoli, non sempre prevedibili, e condizionano l’esposizione ai pericoli e ai conseguenti rischi per la salute.
Da questi aspetti, nonostante i tangibili progressi degli ultimi vent’anni, derivano determinate difficoltà organizzative nei flussi di informazione e nel controllo del rispetto delle norme di sicurezza.
La conseguenza di questo meccanismo sono le patologie professionali causate dalle condizioni climatiche, rischi anche gravi di infortunio dovuti a fattori esterni, problemi di adattamento a diversi posti di lavoro, scarsa tempestività di interventi degli organi di vigilanza.
Il lavoro è ancora spesso organizzato secondo pratiche non sempre coerenti con i principi della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. In un periodo in cui la competitività e la concorrenza esasperata fra imprese portano a considerare la prevenzione e la sicurezza come ostacolo e vincolo alla libertà del capitale, l’estrema conseguenza è la deregolamentazione del lavoro. I lavoratori, poi, percepiscono il rischio non come una variabile dipendente dal modo di lavorare, ma una sorta di variabile indipendente, intrinsecamente connessa ed inscindibile dell’atto stesso e quindi diretta conseguenza dell’immutabilità delle condizioni di lavoro.
La formazione nei luoghi di lavoro, ove praticata, non ha un valore importante e purtroppo i programmi di sicurezza vengono percepiti come mero adempimento burocratico e non come uno strumento per modificare la cultura della sicurezza. Gli stessi datori di lavoro hanno in genere una insufficiente cultura della prevenzione e scarse risorse economiche e questo li porta a non dare priorità alla tutela della sicurezza, della salute e della protezione sui luoghi di lavoro. Inoltre, le complesse pratiche burocratiche rendono difficile la valutazione dei rischi e la loro gestione.
La valutazione del rischio, infatti, è un aspetto importante che permette un’adeguata sorveglianza sanitaria, ossia quell’insieme dei controlli sanitari mirati sui lavoratori esposti a rischi professionali comprese le visite preventive e periodiche obbligatorie sulla base di numerosi articoli di legge.
In ambito di sorveglianza sanitaria, nell’edilizia una condizione importante è data dal tema vaccinazione. L’articolo 2087 del Codice Civile, infatti sancisce che “l’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro” e questo viene anche sottolineato nel Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i. che descrive come obbligo del Datore di Lavoro “la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni”.
Tra i vaccini cui dovrebbe essere esposto ogni operatore di cantiere c’è la vaccinazione antitetanica che si estende a tutti i lavoratori secondo la definizione del decreto 81 che considera il lavoratore inteso come “persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione”.
Per il personale che è addetto al primo soccorso, si consiglia di sottoporsi alla vaccinazione contro l’epatite B e a quella contro l’epatite A per chi lavora nei canali, nelle fognature e per chi fa la bonifica in ambiente malsano, previa valutazione della rilevanza del rischio.
La vaccinazione antileptospira non è indicata per queste due motivazioni:
- non vi sono i vaccini protettivi nei confronti di tutti i ceppi locali predominanti;
- il vaccino disponibile non protegge dai sierotipi che vi sono in Italia e non garantisce una sieroconversione (la formazione di anticorpi contro il patogeno) superiore al 50% per i sierotipi della Leptospira Icterohaemorrhagiae contro i quali è rivolto.
Nel momento in cui si ha rischio elevato si può effettuare la profilassi con doxiciclina alla dose orale di 200 mg una volta la settimana.
Per i lavoratori edili in servizio all’estero, il Medico Competente deve indicare le coperture vaccinali necessarie al profilo vaccinale specifico per il Paese di destinazione in collaborazione con gli Uffici ASL “vaccinazioni per viaggiatori” di competenza territoriale. Queste vaccinazioni sono necessarie per gli interventi di prevenzione primaria anche nel campo dell’igiene e dell’organizzazione del lavoro, nonostante la competitività fra le imprese e la conseguente esasperazione concorrenziale generino problemi organizzativi interni e difficoltà nel controllo delle norme di sicurezza.
La vaccinazione rappresenta uno strumento di salute pubblica sicuro ed efficace che comporta un beneficio sui soggetti vaccinati poiché tutelare il lavoratore con la vaccinazione significa una maggiore sicurezza sul lavoro.