Dal sito Viaggiare Sicuri si legge: “A seguito del ritiro delle Forze internazionali dal Paese, avvenuto nell’agosto 2021, e della contemporanea ripresa del potere da parte dei talebani, il contesto di sicurezza in tutto l'Afghanistan rimane volatile e la situazione particolarmente fluida. Negli ultimi mesi, si registra un aumento della criminalità comune e degli attacchi di matrice terroristica. L’Ambasciata d’Italia a Kabul è temporaneamente ricollocata a Doha e non è possibile, pertanto, assicurare adeguata assistenza consolare. Si ricorda che restano sconsigliati viaggi a qualsiasi titolo in Afghanistan. Nonostante il contrario avviso della Farnesina a compiere viaggi a qualsiasi titolo nel Paese; qualora giornalisti e cine operatori siano presenti nel Paese, i medesimi sono invitati ad esercitare massima cautela e a valutare attentamente ogni spostamento interno, mentre si raccomanda ai datori di lavoro di adottare idonee misure di prevenzione e di mitigazione del rischio”.
Aggiornamento 10/02/2023
A un anno e mezzo dalla proclamazione dell'Emirato islamico dell'Afghanistan, i team di Medici senza frontiere/Médecins Sans Frontières (MSF) continuano a lavorare sul campo per offrire un'assistenza umanitaria urgente. Nonostante la diminuzione degli aiuti internazionali, MSF è riuscita ad aumentare il numero di posti letto in molte delle sue strutture presenti nelle sei province di: Kunduz, Herat, Khost, Kabul, Helmand e Kandahar, dove si trova l’unico presidio sanitario del sud del Paese in grado di fornire cure avanzate per la tubercolosi, che ogni anno in Afghanistan provoca circa 13.000 morti.
Alti livelli di malnutrizione
A livello nazionale, nel 2022 il 95% della popolazione non ha avuto abbastanza cibo da mangiare, mentre sono stati 4 milioni i bambini che hanno sofferto di malnutrizione acuta. A causa delle precarie condizioni socio-economiche, il loro numero potrebbe salire ancora nel 2023. Nelle aree in cui opera MSF i tassi di malnutrizione sono preoccupanti. I centri di alimentazione terapeutica di MSF nelle province di Herat e Helmand continuano a funzionare al di sopra della capacità massima: ci sono più ricoveri che posti letto disponibili. Molti dei fattori che causano la malnutrizione permangono, soprattutto quelli connessi alla crisi economica e ai grandi sfollamenti di massa. Ad aggravare la situazione è la grave mancanza di strutture sanitarie a livello territoriale.
Fonte:
Morbillo ed epidemia di colera
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dal 1° gennaio 2022 al 14 gennaio 2023 nel Paese si sono registrati circa 78.441 casi di morbillo, ovvero più del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e 394 decessi. La maggior parte dei contagi (91%) ha riguardato bambini al di sotto dei 5 anni di età, mentre le province più colpite sono state quelle del nord-est e quella meridionale di Helmand. MSF nel solo 2022 ha curato 15.400 pazienti affetti da morbillo, in particolare nelle province di Helmand e Herat e nella capitale Kabul. Sebbene nelle ultime settimane il numero dei casi di morbillo stia diminuendo rispetto al picco registratosi nella prima parte del 2022, il rischio di una recrudescenza, così come di un sovraffollamento dei centri di cura, rimane elevato. Diversi centri medici gestiti da MSF sono stati chiamati ad assistere anche molti pazienti colpiti dall’epidemia di colera che, diffusasi a partire da maggio 2022 dalla provincia di Kandahar al resto del Paese, nel 55,4% dei casi ha riguardato bambini di età inferiore ai 5 anni. Tuttavia, al pari del morbillo, nelle ultime settimane i casi di colera sono in diminuzione.
Fonti:
Covid-19: un problema non ancora definitivamente risolto
Le strutture gestite da MSF hanno retto bene alle sfide poste dalla pandemia di Coronavirus COVID-19">Covid-19 in Afghanistan. L’OMS riporta che in totale nel Paese sono stati segnalati 208.771 casi di Covid-19 e poco meno di 8.000 decessi, con un tasso di 20 eventi su 100.000 abitanti. Tuttavia, i numeri e le cifre effettivi dovrebbero essere molto più alti a causa di una limitata attività di tracciamento e diagnosi. Il sistema di tracciamento e segnalazione è stato severamente compromesso quando i talebani si impadronirono della capitale; si stima che i test siano diminuiti del 77% durante questo periodo. Secondo l’OMS finora sono state somministrate 12 milioni di dosi di vaccino a poco meno di un terzo della popolazione.
Fonte:
Oltre agli intralci creati dai talebani, che negli ultimi anni hanno anche bloccato la vaccinazione contro la poliomielite">poliomielite in ogni territorio che occupavano, mettendo a rischio di infezione fino a tre milioni di bambini, la campagna vaccinale è stata rallentata da motivazioni di tipo logistico riguardanti la consegna e il mantenimento delle vaccinazioni nelle aree di conflitto. Al di là dei casi di Covid-19, che nella prima settimana di febbraio 2023 sono stati 29, come riporta MSF negli ultimi due mesi il presidio sanitario di Helmand ha visto una crescita elevata (+ 81% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) di infezioni respiratorie, anche a causa delle rigide condizioni meteorologiche invernali.
La guerra e il ritorno dei talebani in Afghanistan
Dopo 20 anni di guerra, il 15 agosto, 2021, i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan. Il gruppo armato ha completato la sua rapida avanzata in tutto il paese assumendo il controllo anche della capitale Kabul.
La conquista è avvenuta dopo che le forze internazionali hanno annunciato il loro ritiro, due decenni dopo che le forze statunitensi hanno rimosso i militanti dal potere nel 2001.
In oltre due decadi, il conflitto ha ucciso decine di migliaia di persone. Una ricerca della Brown University stima le perdite nelle forze di sicurezza afghane a 69.000, mentre il numero di civili e militanti uccisi è stato di circa 51.000 ciascuno. Dal 2001 sono morti più di 3.500 soldati della coalizione, circa due terzi dei quali americani. Più di 20.000 soldati statunitensi sono rimasti feriti.
Nel 2021 la crisi generata dalla ripresa del potere dei talebani ha causato milioni di sfollati. Secondo le Nazioni Unite, l'Afghanistan nel 2021 aveva la terza popolazione sfollata al mondo. Dal 2012, circa cinque milioni di persone sono fuggite e non hanno potuto tornare a casa, sfollate all’interno dell’Afghanistan o rifugiatesi nei paesi confinanti, specialmente in Pakistan.
La tabella sotto riporta i caduti a causa della guerra, divisi tra militari US, militari e polizia afghana, civili, e combattenti talebani.
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I talebani alla prova dei fatti
Dopo la presa del potere, i talebani hanno cercato di consolidare la loro posizione attraverso una politica che nel corso del tempo è divenuta sempre più repressiva e lesiva dei diritti umani, in particolare per le donne, nei confronti delle quali sono state emanate norme che ne hanno limitato il diritto all’autodeterminazione, allo studio e al lavoro. A dicembre 2022, per esempio, uno specifico decreto ha stabilito il divieto per le donne afgane di lavorare per le organizzazioni non governative, che sono state costrette a sospendere o a limitare le loro attività nel Paese, con conseguenze negative soprattutto per la parte più vulnerabile della popolazione.
Un altro grande timore è che il Paese torni ad essere un campo di addestramento per il terrorismo. Nonostante le rassicurazioni dei portavoce dei talebani sul fatto che impediranno a qualsiasi gruppo di utilizzare il Paese come base per attacchi terroristici contro l’Occidente, l’uccisione nel luglio del 2022 a Kabul di Al Zawahiri, leader di Al-Qaeda, nel corso di una operazione condotta dagli Stati Uniti con un drone, evidenzia come i legami con la formazione terroristica siano ancora ben saldi.
A seguito del ritorno dei talebani la violenza nel Paese è diminuita, ma rimane pur sempre elevata. Il potere dell’attuale regime è minacciato dai terroristi dello Stato Islamico e dalla forza democratica di opposizione denominata National Resistance Front of Afghanistan (NRF) che, rispettivamente nell’est e nel nord del Paese, si sono resi protagonisti di scontri armati con i talebani e, soprattutto per quanto riguarda lo Stato Islamico, di attentati che hanno provocato numerosi morti e feriti. Tuttavia, almeno per il momento, il governo appare capace di tenere sotto controllo la situazione.
Fonti:
BBC; Human Right Watch; Crisis Group
La sfida sanitaria
Il sistema sanitario pubblico afgano è sottofinanziato, a corto di personale e disfunzionale, mentre quello privato per via degli alti costi risulta proibitivo per la maggior parte della popolazione.
Nonostante gli annunci delle Nazioni Unite (ONU) e di diversi donatori internazionali sulla riapertura di alcuni canali di finanziamento internazionali temporanei, il sistema sanitario afghano riceve molti meno finanziamenti rispetto a prima del cambio di governo nell'agosto 2021.
Il sistema sanitario è afflitto dalla mancanza di letti e gli operatori sanitari sono spesso vittime di attacchi violenti che, sebbene siano leggermente diminuiti dopo il ritorno dei talebani, costituiscono ancora una minaccia elevata. Nell’ultimo periodo, inoltre, sono segnalati in crescita i sequestri di operatori sanitari a Balkh, nel nord del Paese; nel recente passato, anche il pagamento del riscatto da parte dei familiari non ha escluso l’uccisione del sequestrato.
Le donne temono di lasciare le loro case a causa della minaccia di violenze. La salute riproduttiva è così ulteriormente trascurata, insieme a quella materna e infantile che potrebbe essere compromessa ancora di più nel prossimo futuro.
Oltre al ridotto afflusso di finanziamenti esteri, l’efficienza del sistema sanitario risente negativamente dei tagli del governo alla spesa sanitaria e agli stipendi dei medici, che sovente sono costretti ad emigrare all’estero alla ricerca di migliori condizioni di vita. Al contempo, la maggiore facilità con cui le persone possono circolare nel Paese dopo il relativo miglioramento del quadro di sicurezza e il deterioramento delle condizioni di salute provocato dalla crisi socio-economica, rischiano di aumentare la pressione sugli ospedali che, senza il ripristino di cospicui aiuti internazionali, nel breve e medio periodo potrebbero soffrire di criticità persino maggiori di quelle attuali.
Fonti:
The Island Online; Narain K, Rackimuthu S, Essar MY, Vink M. Call for solidarity: The war may be over in Afghanistan but the health crises continue. J Glob Health 2022; 12:03002; MSF
Afghanistan, key-facts
L'Afghanistan è un Paese montuoso senza sbocco sul mare al confine tra l'Asia meridionale e centrale. Confina con sei paesi: il Pakistan a sud e ad est, l'Iran a ovest, il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan a nord e la Cina all'estremo nord-est. La popolazione totale dell'Afghanistan è di 38 milioni, con il 42% della popolazione di età inferiore ai 15 anni (World Bank, 2019). Kabul è la capitale e la città più grande dell'Afghanistan, con circa 4,4 milioni di persone. I principali gruppi etnici sono pashtun, tagiki, uzbeki e hazara. Le lingue ufficiali sono pashtu e dari.