Vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie, anche detto Monkeypox, è una zoonosi virale causata dal virus del vaiolo delle scimmie MPXV.

Il 23 luglio 2022 l'OMS ha dichiarato il vaiolo delle scimmie "Emergenza di salute pubblica internazionale" (PHEIC - Public Emergency of International Concern) in seguito ad un incremento dei casi verificatosi sia in aesi dove risultava endemico sia in relazione a nuovi focolai generati in aree geografiche normalmente non coinvolte.

Il primo caso in Italia si è verificato il 20 maggio 2022 e il Ministero della Salute ha di conseguenza attivato un Sistema di sorveglianza con le Regioni e le Province autonome.

Sebbene la trasmissione avvenga prevalentemente animale-uomo (in genere primati e piccoli roditori) sono stati registrati casi a trasmissione interumana (prevalentemente in seguito a rapporti omosessuali- ma non esclusivamente) con una maggior incidenza in soggetti maschi in età compresa tra i 18 e i 50 anni.

CAUSE

Il MPXV è un virus a DNA a doppio filamento appartenente alla famiglia Poxviridae, genere Orthopoxvirus (stesso genere del virus Variola che causa il vaiolo). Esistono due cladi geneticamente distinti del virus MPXV: il Clade I (precedentemente clade dell’Africa centrale, bacino del Congo) e il Clade II (precedentemente clade dell’Africa occidentale).

Il Clade I presenta un tasso di letalità in Africa di circa l'11% nelle persone non vaccinate, mentre il Clade II causa una malattia meno severa con un tasso di letalità inferiore al 4%.

TRASMISSIONE

Nei paesi endemici è prevalentemente una zoonosi, mediante il contatto diretto con animali infetti che si verifica durante attività come la caccia, la cattura e la lavorazione delle pelli. Al contrario non sono noti i serbatoi naturali nelle zone non endemiche.  È opportuno cucinare accuratamente tutti gli alimenti contenenti carne prima di essere ingeriti. 

La trasmissione interumana si verifica per lo più tramite il contatto stretto e prolungato che può avvenire per via aerosol, per via sessuale o più in generale tramite contatto delle mucose.

Più raramente può essere contratto in seguito a contatto con oggetti contaminati, come lenzuola, asciugamani, indumenti, dispositivi elettronici e superfici toccati da una persona infetta.

Sono state documentate altre vie di trasmissione meno comuni come quella attraverso la placenta, dalla madre al feto.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

Il vaiolo delle scimmie è endemico in Africa Centrale e Occidentale, in particolare Nigeria, la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica Centrafricana.

A partire da dicembre 2022 numerose segnalazioni sono pervenute da Paesi non endemici come Europa, nelle Americhe, Pacifico occidentale e Paesi del Mediterraneo orientale.

SINTOMI

In genere è una malattia autolimitante che si presenta con un periodo di incubazione variabile tra 5 e 21 giorni cui segue una fase sintomatica/paucisintomatica della durata complessiva di 4 settimane.

Le manifestazioni cliniche sono estremamente variabili: alcuni soggetti possono presentare una forma asintomatica di vaiolo mentre altri possono presentare condizioni cliniche anche molto gravi tali da richiedere immediata ospedalizzazione (prevalentemente in condizioni di immunosoppressione, gravidanza, etc.).

 Possiamo distinguere diverse fasi in relazione alle manifestazioni cliniche:

  • La fase prodromica con febbre, cefalea, linfoadenopatia (elemento di diagnostica differenziale)
  • La fase eruttiva che si presenta con eruzioni cutanee che si sviluppano entro tre giorni dalla fase prodromica con comparsa inizialmente sul viso e successiva diffusione in altre zone (con particolare coinvolgimento degli arti inclusi mani e piedi). Se presente coinvolgimento oculare questo può manifestarsi con ulcere corneali e indurre cecità.

Un elemento diagnostico differenziale rispetto alla comune varicella è la presenza di lesioni nel medesimo stato maturativo per sito anatomico e di dimensioni omogenee.

  • L’evoluzione cutanea: le eruzioni cutanee tendono ad evolvere in macule, papule o vescicole sino ad esitare in croste. Queste ultime si seccano e cadono.

Un soggetto affetto rimane contagioso per tutta la durata della malattia, dall’esordio dei sintomi sino alle formazioni di lesioni cutanee (circa 2-4 settimane).

Le manifestazioni atipiche includono la comparsa prodromica di lesioni genitali, anogenitali o orofaringee accompagnate o meno dallo stato febbrile.

Le complicanze includono infezioni batteriche secondarie, broncopolmonite, sepsi, encefalite e infezione della cornea con conseguente perdita della vista. Nell’epidemia mondiale del 2022 sono state descritte complicanze genitali, perianali e orali, tra cui proctite e tonsillite.

DIAGNOSI

In prima istanza la diagnosi è differenziale basandosi su malattia con manifestazioni sintomatologiche simili.

Il test mediante PCR/Real time PCR deve essere condotto in seguito a valutazione clinica ed epidemiologica per confermare un eventuale sospetto diagnostico per via della maggiore sensibilità e specificità.

Al contrario, il test sierologico può essere un elemento a supporto della diagnostica ma non è elemento sufficiente per porre diagnosi di infezione e richiede comunque una valutazione condotta mediante esecuzione di test molecolare mediante campione prelevato dalle lesioni cutanee (frammenti di cute, tamponi di essudato).

TRATTAMENTO

In genere non è necessario effettuare alcun trattamento in soggetti paucisintomatici o asintomatici.

In soggetti che presentano invece un aggravamento delle condizioni cliniche si procede alla somministrazione di antivirali che agiscono in genere interferendo con una proteina di superficie dell’ Orthopoxvirus, impedendo così la riproduzione e rallentando la diffusione del virus.

A partire da gennaio 2022 il Tecomirivat è stato autorizzato dalla commissione europea per il trattamento delle infezioni da Orthopoxvirus (vaiolo, vaiolo delle scimmie, vaiolo delle mucche), in adulti e bambini con peso corporeo di almeno 13 kg.

Altri farmaci antivirali sono in studio, inclusi il cidofovir e il brincidofovir. Tuttavia, non sono disponibili dati sull'efficacia del cidofovir nel trattamento dei casi umani di vaiolo delle scimmie.

PREVENZIONE

La prevenzione della diffusione viene opportunamente contenuta con una tempestiva gestione del contact tracing. Questo consente di mettere in atto misure preventive di contagio come l’isolamento dei pazienti ritenuti potenzialmente contagiosi in attesa di valutazioni diagnostiche atte a confermare/smentire la diagnosi.

È inoltre fondamentale procedere alla sterilizzazione di vestiti, indumenti, lenzuola ed utensili contaminati da soggetti risultati positivi.

Risulta inoltre fondamentale evitare il contatto con persone immunocompromesse e procedere ad un’accurata igiene delle mani.

È inoltre disponibile il vaccino Imvanex, a virus vivo attenuato usato in Europa dal 2013 per la prevenzione del contagio.

Ad agosto 2022, in seguito alla genesi di focolai epidemici, la European Medicines Agency (EMA) e successivamente la commissione Europea hanno raccomandato di estendere l’uso di questo vaccino anche per l’immunizzazione contro il vaiolo delle scimmie.

Diversi studi hanno dimostrato inoltre che soggetti precedentemente immunizzati per il vaiolo (ante 1981) possono raggiungere una copertura >85% per il vaiolo delle scimmie e di conseguenza avere manifestazioni sintomatologiche meno gravi.

In Italia l’attuale disponibilità del vaccino è limitata e di conseguenza viene riservato a categorie particolarmente a rischio come personale di laboratorio e uomini che hanno rapporti omosessuali e rientrano in specifiche categorie di rischio (circolare Ministero Salute del 5 agosto 2022).

FONTI:

Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)

CDC Centers for Disease Center

EUROPEAN MEDICINES AGENCY

Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.
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