Speranza dalla ricerca per un vaccino antinfluenzale universale

Data pubblicazione: 28/03/2020 - Ultimo aggiornamento: 02/03/2023
Categoria: News - Autore: Giulia Menghetti

 Speranza dalla ricerca per un vaccino antinfluenzale universale

Un vaccino sperimentale progettato per proteggere da molti ceppi del virus dell’influenza ha prodotto risultati promettenti in uno studio di efficacia. Sfruttando la tecnologia a mRNA, quella che ha consentito lo sviluppo dei vaccini contro il COVID-19, i ricercatori della University of Pennsylvania e della University of Sasketchewan, hanno messo a punto un vaccino antinfluenzale capace di proteggere da 20 ceppi virali differenti. Lo studio è stato al momento condotto su modelli animali e pubblicato sulla rivista Science. Ogni anno, in Italia, a causa dell’influenza si registrano 6-8 mila decessi, maggiormente all’interno delle categorie più vulnerabili. Per questa ragione, il vaccino antinfluenzale è consigliato e somministrato gratuitamente alle persone con più di 65 anni d’età e a quelle tra i 6 mesi e i 65 anni d’età che presentino patologie che aumentano il rischio di complicanze in corso di infezione da virus influenzale.

Il classico vaccino antinfluenzale è efficace, sicuro e previene il decesso nel 70-80% dei casi.

Questo vaccino presenta, però, dei limiti, il cui principale è quello della selezione dei ceppi virali; un altro limite è quello dell’inefficacia contro varianti virali che potrebbero emergere. A partire da queste criticità è stato avviato lo studio per lo sviluppo di un vaccino antinfluenzale universale capace di indurre una risposta contro i principali ceppi influenzali con l’obiettivo di raggiungere una copertura contro almeno 20 ceppi.

Gli autori, grazie alla tecnologia a mRNA, hanno sviluppato un vaccino utile a far produrre 20 tipologie differenti di emoagglutinine. La tecnica dei vaccini con RNA messaggero consente di produrre un filamento di mRNA che contiene il codice genetico di un frammento del virus bersaglio. L’mRNA sintetico viene quindi iniettato come vaccino e si insedia nelle cellule, le quali iniziano a produrre il frammento del genoma virale codificato dal mRNA iniettato. L’organismo riconosce quindi il pezzo di virus che è stato creato come un corpo estraneo e ostile e attiva la risposta immunitaria contro questo.

Il vaccino è stato testato su modelli animali, prima topi e poi furetti, ed è stato in grado di stimolare una risposta immunitaria sotto forma di produzione di anticorpi contro tutti i sottotipi. Il livello di efficacia di questo vaccino è rimasto stabile per 4 mesi. Inoltre, questi animali, se infettati con un virus che differiva da quelli per cui erano stati vaccinati, evitavano lo sviluppo della forma grave della malattia. Questo dimostra la capacità della vaccinazione contro un virus mai incontrato in precedenza. Il prossimo passo sarà quello della sperimentazione nei primati, e poi, eventualmente, si passerà alla sperimentazione sull’uomo. Questo vaccino potrebbe essere efficace per fornire immunità di base a tutte le persone anziane o appartenenti alle categorie fragili.

Fonti

Nature

Science

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