Dagli inizi di giugno, nel Kosovo settentrionale si è accesa la tensione tra i serbi locali e le autorità kosovare per la decisione di queste ultime di permettere ai sindaci di etnia albanese di entrare in carica in quattro comuni del Kosovo settentrionale: Zvecan, Leposavic, Zubin Potok e Mitrovica. Questi sindaci sono stati eletti a seguito di elezioni molto controverse tenutesi ad aprile. I serbi locali hanno boicottato queste elezioni che hanno visto un'affluenza del 3,47%. Le autorità di Pristina hanno consentito ai sindaci di etnia albanese eletti di assumere le loro funzioni, nonostante Stati Uniti e Unione Europea consigliassero di non convalidare i risultati delle elezioni.
Lunedì 29 maggio, decine di manifestanti serbi da una parte e membri della polizia kosovara, oltre a 30 membri della forza di pace KFOR della NATO dall'altra, sono rimasti feriti durante le manifestazioni contro la nomina di sindaci di etnia albanese nelle città a maggioranza serba. La polizia del Kosovo ha riferito che cinque manifestanti coinvolti nei disordini sono stati arrestati.
Questi scontri sono solo gli ultimi sviluppi di una lunga storia di violenza in Kosovo. Il conflitto in questa regione risale al 1998, quando il governo di Belgrado represse brutalmente una rivolta della comunità albanese in Kosovo, che allora era una provincia serba. Il successivo intervento della NATO per stabilizzare la regione ha posto fine alla condotta violenta del governo di Belgrado, che aveva causato più di 10.000 morti tra la popolazione albanese. Nel 2008, il Kosovo, sorvegliato dalle forze di pace KFOR della NATO, ha dichiarato la propria indipendenza, riconosciuta da 22 dei 27 Stati membri dell'UE e dagli Stati Uniti.
Si consiglia alle organizzazioni internazionali presenti in Kosovo di monitorare attentamente il conflitto e di preparare piani di emergenza nel caso in cui il traffico in Kosovo, così come il transito tra il Kosovo e i Paesi limitrofi, siano interessati dalle tensioni. Alle aziende presenti nei Balcani occidentali e nell'Europa sudorientale, si consiglia di rivedere le proprie catene di approvvigionamento e di valore per essere preparate nel caso in cui un'escalation limitata del conflitto porti a blocchi nel transito di persone e merci.