Rischio rumore nei lavoratori del settore dell’intrattenimento

Data pubblicazione: 25/01/2023
Categoria: News - Autore: David Shaholli

Rischio rumore nei lavoratori del settore dell’intrattenimento

Percezione del rischio

La percezione del rischio rumore e decibel elevati è notoriamente sottostimata dalla popolazione generale e, soprattutto, da alcune categorie di lavoratori costantemente e direttamente esposti ad essi.

L’esposizione a rumore, nel tempo, può determinare danni sia transitori (nella migliore delle ipotesi) che permanenti al sistema uditivo.

Il rumore è un problema sul posto di lavoro perché mette seriamente a rischio l’udito del lavoratore, senza che esso se ne accorga. Inoltre, un’esposizione eccessiva e prolungata, nel tempo, non solo può causare danni uditivi, ma può portare anche altri disturbi generali (extra-uditivi).

Nello specifico:

Danni uditivi

  • Ipoacusia, la perdita permanente (parziale o totale) della capacità uditiva

L’ipoacusia, a sua volta, può essere suddivisa in:

  • Ipoacusia da trauma acustico (esplosioni, musica ad altissimo volume, ecc.) dovuta a stimoli acustici brevi e intensi, che spesso coinvolgono un solo orecchio con conseguente sensazione di stordimento o “ovattamento” auricolare. Può essere reversibile o, nei casi più gravi, irreversibile;
  • Ipoacusia da stimolo acustico cronico dovuta a esposizione prolungata, nel tempo e per diverse ore giornaliere, a livelli medio-alti di rumore, per la maggior parte dei casi bilaterale. Solitamente si presenta con acufeni e può arrivare a incapacità di distinguere i dialoghi durante una conversazione. Nella totalità dei casi, irreversibile.


Danni extra-uditivi

  • Cardiovascolari (aumento della pressione arteriosa);
  • Neurosensoriali (mal di testa, fatica mentale, vertigini);
  • Socio-comportamentali (nervosismo e aggressività). Se si manifesta ipoacusia cronica, c’è una ripercussione sulla vita sociale, con ostacolo alla comunicazione e difficoltà a dialogare con altre persone. Nei casi più gravi vi può essere isolamento;
  • Disturbi del sonno (insonnia), deficit nella capacità di concentrazione, aumento dei livelli di stress e, conseguentemente, riduzione della produttività lavorativa;
  • Disturbi gastrointestinali e indebolimento delle difese immunitarie;

Funzione dell’orecchio

L’orecchio, oltre ad essere il responsabile del sistema uditivo, ricevendo gli stimoli sonori ed elaborandoli, è deputato al mantenimento dell’equilibrio e della percezione della posizione corporea, per cui è un organo estremamente importante.

Chi sono i soggetti a rischio?

I soggetti a rischio sono tutti coloro che svolgono attività non occasionale (almeno 3 settimane l’anno e/o 12 giornate l’anno), al chiuso o all’aperto, dove viene suonata musica dal vivo o riprodotta musica registrata (con o senza amplificatori) con volume elevato, sia durante gli spettacoli che durante la fase di prova.

Nel settore della musica, delle discoteche e del teatro sono tante le figure esposte a livelli importanti di rumore: musicisti, cantanti, DJ, tecnici del suono e delle luci, personale addetto alla ristorazione ecc.

Quanto rumore c’è in discoteca?

L’energia sonora viene misurata secondo una scala logaritmica e non lineare. Questo significa che ogni aumento di tre decibel (dB) corrisponde a un raddoppio dell’energia sonora: una esposizione di 10 minuti a 102 dB, volume tipico in discoteca, equivale a una esposizione di 8 ore a 85 dB(A), volume vietato ai lavoratori senza adeguati dispositivi di protezione. Infatti, per valori di esposizione superiori a 85 dB(A), i DPI per l’udito sono obbligatori ma, nelle discoteche, spesso questa normativa viene ignorata.
Inoltre, vale la pena ricordare che i limiti di esposizione per i frequentatori con un’esposizione occasionale, e non professionale, sono pari a 95 dB(A) di LAeq (livello continuo equivalente, per impianti a funzionamento continuo) e 102 dB(A) di LASmax (livello massimo, in caso di impianti a funzionamento discontinuo).

Inquinamento acustico e prevenzione: come proteggere e proteggersi

Gli interventi di prevenzione possono semplicemente suddividersi in interventi da parte del lavoratore e interventi da parte del datore di lavoro. Vediamo quali:

Interventi da parte del lavoratore

Per attenuare il rumore e proteggersi, i lavoratori esposti possono utilizzare DPI come cuffie o inserti auricolari (in silicone), con livelli di attenuazione variabili [9, 15, 20 o 25 dB(A)] ma uniformi per tutte le frequenze: ciò consente di ascoltare la musica con le caratteristiche del suono naturale.

Interventi da parte del datore di lavoro

  1. Riduzione dell’esposizione al rumore
  • Interventi sulla sorgente riducendo, per quanto possibile, il livello sonoro;
  • Posizionare le sorgenti orientandole in modo da ridurre l’amplificazione del segnale verso aree in cui non è necessario esporre il personale;
  • Aumentare la distanza tra il personale non artistico e il palco;
  • Installare limitatori del livello sonoro nei sistemi di amplificazione;
  • Installare schermi per proteggere i musicisti dal suono prodotto dagli altri musicisti.
  • Adeguare le dimensioni delle sale prove, per i musicisti, con caratteristiche acustiche adatte, in particolare relativamente al riverbero.
  • Progettare buche orchestrali e palchi da concerto, in modo adeguato, per ridurre l’esposizione sonora per i musicisti, senza incidere sulla qualità del suono in sala.
  • Evitare di posizionare il bar tra gli altoparlanti poiché costringe, inevitabilmente, frequentatori e baristi ad alzare il volume della voce per farsi sentire.
  1. Ottimizzazione delle misure organizzative, protettive e informative:
  • limitazione del tempo in cui i lavoratori sono esposti a livelli sonori elevati, anche mediante una rotazione del personale dalle zone più rumorose a quelle più silenziose;
  • identificazione con segnaletica idonea delle aree in cui i valori pari a 85 dB(A) di LAeq e 137 dB(C) di LCpicco (livello di picco di pressione acustica) possono essere superati. È importante informare i lavoratori del rischio che deriva dal sostare in quelle aree rapportandolo ad un tempo limite di esposizione;
  • fornire idonei dispositivi di protezione individuale dell’udito, preferibilmente personalizzati;
  • informare e formare i propri lavoratori sui rischi connessi al rumore e sulle misure attuate per eliminare o ridurre tali rischi;
  1. Individuazione dei livelli di esposizione sonora:
  • Predisporre la rilevazione del livello sonoro, con un fonometro, da parte di una persona qualificata durante l’evento;
  • Per gli eventi di grandi dimensioni, eseguire un’analisi per l’identificazione dei livelli di pressione a cui saranno esposti i lavoratori impegnati in relazione alle tre classi seguenti:
    1.  aree con livelli superiori a LAeq > 85 dB(A) e/o LCpicco > 137 dB(C);
    2.  aree con livelli compresi tra 85 e 80 dB(A) e senza livelli di picco significativi;
    3.  aree con livelli inferiori a 80 dB(A).

Permane l’obbligo comunque, per il datore di lavoro, di ridurre al minimo l’esposizione acustica mediante misure di riduzione sonora, anche dopo aver fornito preventivamente adeguati DPI ai lavoratori.

Fonti:

https://www.uppa.it/decibel-di-cui-non-ci-preoccupiamo/

https://www.laborsecurity.it/rumore-e-lavoro/

vegaengineering.com/linea-guida-linee-guida-per-il-settore-della-musica-e-delle-attivita-ricreative

 

Trovi questo articolo interessante? Condividilo sui social