Long Covid, cos'è e come si manifesta
Data pubblicazione: 17/01/2022 - Ultimo aggiornamento: 28/05/2022
Categoria: News - Autore: Staff Ambimed
Sono circa 1,3 milioni le persone nel Regno Unito (2% della popolazione del Paese) sono affette da "Long-Covid", condizione per cui i sintomi persistono oltre le quattro settimane dopo l’infezione da COVID-19 iniziale. Lo riporta uno studio nazionale dell’Ufficio Nazionale di Statistica (Office for National Statistics).
Le stime presentate in questa analisi si riferiscono al long-COVID auto-dichiarato a partire dal 6 dicembre 2021, come sperimentato dai partecipanti allo studio che hanno risposto ad un'indagine rappresentativa, piuttosto che clinicamente diagnosticato in corso sintomatico COVID-19 o sindrome post-COVID-19 in tutta la popolazione.
Delle persone con long-COVID, 270.000 (21%) ha avuto una diagnosi iniziale di COVID-19 meno di 12 settimane prima; 892.000 persone (70%) ha avuto una diagnosi iniziale di COVID-19 almeno 12 settimane prima, e 506.000 (40%) ha avuto una diagnosi iniziale di COVID-19 almeno un anno prima.
L'affaticamento ha continuato ad essere il sintomo più comune riportato come parte dell'esperienza degli individui di long-COVID (51%), seguito da perdita dell’olfatto (37%), mancanza di respiro (36%) e difficoltà di concentrazione (28%). Il 20% ha affermato che la sintomatologia da long-COVID ha limitato la loro capacità di compiere le normali attività quotidiane.
Come percentuale della popolazione del Regno Unito, la prevalenza di long-COVID era maggiore nelle persone di età compresa tra 35 e 69 anni, nelle donne, nelle persone che vivono in aree più svantaggiate, coloro che lavorano in assistenza sanitaria e assistenza sociale, insegnamento e istruzione.
Il Dr David Strain, docente dell'Università di Exeter, ha affermato: "Il forte avvertimento qui è che, sulla base di questi dati, più di 800.000 persone hanno subito un forte impatto nelle loro attività quotidiane nei tre mesi dopo l’infezione da COVID-19.”
Cos’è il long-COVID
Attualmente non esiste una definizione universalmente accettata di long-COVID e diversi studi utilizzano definizioni diverse. Le linee guida per gli operatori sanitari in Inghilterra lo descrivono come sintomi che persistono per più di 12 settimane dopo un'infezione e non possono essere spiegati da un'altra causa.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) definisce il long-COVID come:
La terminologia più frequentemente usata per definire le fasi che seguono la malattia acuta da
SARS-CoV-2 è:
- Malattia COVID-19 sintomatica persistente: segni e sintomi attribuibili al COVID-19 di durata compresa tra 4 e 12 settimane dopo l’evento acuto;
- Sindrome post-COVID-19: segni e sintomi che si sono sviluppati durante o dopo un’infezione compatibile con il COVID-19, presenti per più di 12 settimane dopo l’evento acuto e non spiegabili con diagnosi alternative.
Il long-COVID comprende sia la forma sintomatica persistente che la sindrome post-COVID.
Questa condizione è quindi caratterizzata da segni e sintomi causati dall’infezione da SARS-CoV-2 che
continuano o si sviluppano dopo quattro settimane da una infezione acuta.
Le manifestazioni generali più frequenti riportate da persone con long-COVID includono astenia
importante e persistente, anoressia, debolezza muscolare, febbre recidivante, dolori diffusi, mialgie,
artralgie, peggioramento della qualità della vita. L’astenia importante e persistente è il sintomo documentato con maggiore frequenza.
Comunque, la sintomatologia del long-COVID è molto variabile: i sintomi possono presentarsi sia singolarmente o in diverse combinazioni, possono essere transitori o intermittenti o costanti. Le manifestazioni descritte finora sono riassunte nella tabella sottostante.
MANIFESTAZIONI |
Generali
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Polmonari
|
Cardiovascolari
|
Neurologiche
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Psicologiche - psichiatriche
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Gastrointestinali
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Otorinolaringoiatriche
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Dermatologiche
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Ematologiche
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Renali
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Endocrine
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Fonte: