Lo psicologo del lavoro: ruoli e competenze

Data pubblicazione: 13/07/2023
Categoria: News - Autore: David Shaholli

Lo psicologo del lavoro: ruoli e competenze

Chi è lo psicologo del lavoro?

Lo psicologo del lavoro è una figura complessa il cui ruolo è quello di occuparsi, all’interno di un’organizzazione lavorativa e non solo, della relazione tra individuo, lavoro e contesti lavorativi con un occhio di riguardo ai fattori personali, situazionali e psicosociali che sono le colonne fondanti dei comportamenti individuali e di massa. È un professionista con una formazione specifica che, in virtù del suo ruolo chiave nell’azienda, acquisisce nel corso del tempo delle skills che devono essere valorizzate al meglio dai dirigenti e dal datore di lavoro per ottenere i benefici del suo intervento.

Se una azienda vuole crescere in maniera salubre, sviluppando un senso di forte collaborazione con i suoi dipendenti, non può fare a meno della figura dello psicologo del lavoro.

 

Come si fa a diventarlo?

Per diventare Psicologo del Lavoro la base obbligatoria è il possesso della Laurea Magistrale in Discipline Psicologiche (o lauree equivalenti dell’ordinamento previgente). Al termine della laurea l’aspirante psicologo del lavoro può frequentare un corso di formazione post-universitario, come un master o un dottorato, per specializzarsi ulteriormente (per esempio in Psicologia Dinamica, Psicologia Ergonomica, Psicologia delle Risorse umane, dell’Organizzazione, della Formazione professionale, Psicologia del Marketing, dell’Orientamento professionale, Psicologia Sociale e Psicometria).

Inoltre, è necessario effettuare anche un tirocinio di un anno (che può essere svolto proprio nell’ambito della psicologia del lavoro e delle organizzazioni) e sostenere infine la prova dell’esame di Stato. Se supera sia il tirocinio che l’esame, lo psicologo del lavoro può iscriversi all’Albo dell’Ordine degli Psicologi, in modo da essere abilitato definitivamente allo svolgimento della professione.

Sia lo svolgimento del tirocinio professionale nelle aree professionali tipiche della psicologia del lavoro, delle organizzazioni e delle risorse umane che i corsi di Alta formazione o Master Universitari nello stesso ambito, sono egualmente utili occasioni di perfezionamento in specifici settori e facilitano l’inserimento nella professione.

 

Dove opera?

Lo psicologo del lavoro si inserisce nel mercato occupazionale operando: alle dipendenze di enti e organizzazioni in diversi settori operativi legati al mondo della produzione di beni e di servizi; in aziende pubbliche e private (in particolare, Uffici Risorse umane), aziende della cooperazione, Aziende Sanitarie Locali, ospedali, istituzioni scolastiche, servizi per l'impiego, amministrazioni pubbliche (in particolare per le attività inerenti il “benessere organizzativo”), istituzioni del privato sociale (come associazioni di volontariato, cooperative sociali), ecc.; come libero professionista singolo o nell’ambito di società di consulenza multi-disciplinare che offrono servizi di selezione, inserimento lavorativo e servizi di supporto, formazione, gestione delle risorse umane e assistenza allo sviluppo, career coaching, career counseling, analisi del lavoro e dell'organizzazione, valutazione delle performance, interventi per il rischio psicosociale, valutazione, salute sul lavoro e sicurezza, benessere sul lavoro, marketing, comunicazione e pubblicità, ecc.; in alternativa, può svolgere attività di ricercatore presso centri di Ricerca pubblici e privati ​​e presso le università.

 

Cosa può fare?

Selezione del personale

Nel campo della selezione del personale, lo psicologo delinea con l’azienda dei profili da assumere e prepara i relativi annunci di lavoro. Una volta fatta una scrematura delle richieste arrivate, effettua i colloqui a scopo conoscitivo, oppure si basa su test individuali o di gruppo per mettere alla prova le capacità dei candidati.

 

Coaching

In questo caso lo psicologo del lavoro opera per migliorare le prestazioni di un'azienda concentrandosi principalmente sul benessere dei suoi dipendenti, analizzando i loro rapporti (nonché quello con i superiori) per risolvere controversie o solo per facilitarne i confronti.

Lo psicologo assicura anche la tranquillità in ufficio prevenendo o valutando i rischi da stress lavorativo: un compito più che mai importante in questi tempi in cui è necessario gestire l'impatto psicologico del Covid-19 sul posto di lavoro. Infine, può sviluppare strategie per motivare i dipendenti e garantire che raggiungano il loro pieno potenziale, aumentando così la produttività aziendale.

 

Career counseling

Il career counselor affianca i propri clienti in un percorso di orientamento professionale, in modo che possano migliorare o modificare la posizione lavorativa che occupano. A tal proposito, analizzerà le loro competenze e risorse accompagnandoli verso la creazione di un progetto lavorativo. Inoltre, potrà fornire aiuto per le situazioni di cambiamento lavorativo, perdita del lavoro e reinserimento professionale, ecc…

 

Quali sono gli ambiti di intervento?

Gli ambiti di intervento dello psicologo del lavoro possono essere svariati, tra i quali:

  • l’organizzazione dell’impresa e la definizione dei diversi ruoli e miglioramento dei processi e delle dinamiche di comunicazione sia tra i dipendenti che verso l’esterno;
  • la motivazione dei dipendenti, a livello dei singoli come della squadra, per accrescere la consapevolezza del lavoratore e ridurre le forme di disagio lavorativo, mobbing e simili;
  • la consulenza alla progettazione e realizzazione di interventi sulla motivazione del personale, il benessere lavorativo e il coinvolgimento organizzativo nelle diverse fasi della carriera lavorativa in relazione, soprattutto, a processi di cambiamento organizzativo (osservazione diretta, colloqui clinici, intervista narrativa, focus group ecc…).
  • la valutazione e la promozione della performance delle diverse figure professionali, per esempio mediante la definizione e il controllo degli obiettivi specifici a cui puntare affinché l’azienda funzioni correttamente;
  • la progettazione e realizzazione di interventi per l’acquisizione, gestione e valorizzazione delle risorse umane (selezione del personale, valutazione delle prestazioni, interventi di sviluppo e counselling di carriera).
  • l’assessment del fabbisogno formativo (a livello di gruppo o di parte dell’organizzazione) mediante tecniche di analisi del lavoro e analisi organizzativa con l’obiettivo di definire gli obiettivi e la progettazione formativa.
  • il miglioramento del clima organizzativo, della soddisfazione e della qualità della vita all’interno del luogo di lavoro, cercando tutti gli eventuali elementi di difficoltà e tensione nell’ambiente lavorativo e operando per la loro attenuazione o eliminazione.
  • l’assessment delle dinamiche all’interno del gruppo e programmi di intervento per un migliore funzionamento dei gruppi di lavoro e per la mediazione dei conflitti interpersonali e sociali sul posto di lavoro;
  • la comprensione delle diverse competenze all’interno dell’azienda, con l’individuazione delle abilità specifiche nei diversi settori, dei problemi e degli errori sorti in condizioni specifiche e delle soluzioni relative;
  • la costruzione, validazione, standardizzazione e applicazione di strumenti specifici per la rilevazione di abilità, attitudini, motivazioni, aspettative, rendimento, atteggiamenti verso il lavoro e per diversi tipi di mansione (test, questionari, scale di atteggiamento, griglie di rilevazione per i giudizi di superiori e colleghi, ecc.).

 

Quanto guadagna lo Psicologo del Lavoro?

Come accade in molti campi professionali, lo stipendio di uno psicologo del lavoro dipende da numerosi aspetti, tra cui l’esperienza, l’anzianità, le competenze, il tipo di azienda per la quale si lavora e l’attività che si è chiamati a svolgere; però, anche chi fa lo psicologo del lavoro deve passare per alcuni anni di gavetta (dove il compenso è di circa 600-850€ al mese), per arrivare ad una RAL (retribuzione annua lorda) di circa 20.000-25.000€. Dopo aver accumulato una certa dose di esperienza si possono raggiungere cifre di 55-60mila euro all’anno.

In altre parole, lo stipendio medio di uno Psicologo del Lavoro in Italia è di circa 1.650€ netti al mese: un compenso leggermente più alto rispetto alla media nazionale.

Lo Psicologo del lavoro ha una forte impostazione interdisciplinare poiché si interfaccia sia con le discipline psicologiche (ad esempio, Psicologia cognitiva, Psicologia sociale e dei gruppi, Psicometria, Ergonomia cognitiva, Psicologia della formazione, Psicologia dell’orientamento, Psicologia dinamica, ecc.) che con discipline come le Scienze dell’organizzazione, le Scienze economiche e del management, la Medicina del lavoro, il Diritto del lavoro, ecc. Nella sua trasversalità, inoltre, coopera con altre figure professionali come manager, medici del lavoro, ingegneri, addetti alla gestione delle risorse umane, formatori, ecc. fungendo da collante di importanza vitale negli ingranaggi delle organizzazioni dove è coinvolto.


 

Fonti:

frareg.com/it/sicurezza-sul-lavoro/psicologo-del-lavoro-chi-e-e-cosa-fa

psy.it/allegati/aree-pratica-professionale/psicologo_del_lavoro.pdf

laureaonlinepsicologia.it/come-diventare-psicologo-del-lavoro/

castiellodantonio.it/risorse-umane-hr

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