L’importanza del vaccino HPV negli over 18
Data pubblicazione: 18/08/2022
Categoria: News - Autore: Fiorella Gandini
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) attestano che fino all’80% delle donne sessualmente attive e il 50% degli uomini ha contratto l’infezione da Papilloma virus nel corso della vita. Solo in Italia si registrano ogni anno 4.400 casi di carcinoma tra le donne e 2.000 nuovi casi tra gli uomini.
Per questo motivo è importante aderire ai piani vaccinali e ai programmi di screening per permettere di individuare l’infezione ed eventuali lesioni precancerose, in fase iniziale. Questi sono gli strumenti più efficaci di prevenzione primaria contro il Papilloma virus.
Che cos’è il Papilloma virus (HPV)
HPV è l’acronimo inglese di Human Papilloma Virus, un virus di cui esistono più di 100 ceppi, di cui oltre 30 tipi sono i principali responsabili delle infezioni del tratto genitale. Ogni virus è contraddistinto da un numero. Quelli che nel 90% dei casi infettano le aree genitali, responsabili dei condilomi (o papillomi), sono di tipo 6 e di tipo 11, generalmente a basso rischio di sviluppare forme tumorali e nella maggior parte dei casi a risoluzione spontanea.
Per contro, 18 tipi di Papilloma Virus (tipo 16, 18, 31, 33 sono i più frequenti) sono ad alto rischio perché provocano alterazioni cellulari, solitamente senza una sintomatologia specifica, e possono evolvere lentamente verso una forma tumorale a livello genitale:
- nella donna: cervice uterina (o collo dell’utero), perineo, vagina, utero;
- nell’uomo: glande, pene, scroto.
Il 98% di tipi di HPV ad alto rischio è, infatti, sempre correlato al tumore al collo dell’utero; pertanto, questa infezione è sempre presente nei casi di cancro alla cervice uterina, ma da sola, non è sufficiente per determinarlo.
I tipi più pericolosi di papilloma virus possono trasformarsi in lesioni precancerose e quindi in carcinoma anche a livello delle prime vie aeree: naso, palato, tonsille, lingua, laringe e faringe.
HPV: quali sono le cause dell’infezione
L'infezione genitale da Papilloma virus si trasmette principalmente in seguito a rapporti sessuali non protetti con più partner. Non tutte le infezioni sviluppano un effetto patogeno perché il sistema immunitario ha la capacità, col tempo, di procedere all’eliminazione del virus. Finché il virus non viene rimosso, però, la persona infetta può trasmettere l’infezione ai partner sessuali. L’aggresività del virus può dipendere dallo stato di salute delle difese immunitarie dell’ambiente vaginale che possono essere compromesse dalla presenza di altre infezioni, ma anche da uno stato di salute generale cagionevole della paziente. Il fumo e l’alcol possono favorire la diffusione dell’ infezione, anche chi fa uso di contraccettivi orali e non utilizza il preservativo, che, comunque non elimina completamente il rischio di contrarre l’HPV, può facilitare la trasmissione del virus.
HPV: come si manifesta
È una patologia subdola e pericolosa perché asintomatica, nei casi in cui si manifesta possono insorgere nella zona anale, sulla superficie o all’interno degli organi sessuali femminili e maschili delle piccole escrescenze di colore rosa o biancastro che provocano prurito: i condilomi.
Nella donna talvolta viene diagnosticato occasionalmente, a seguito di una visita di routine con Pap Test. La presenza di lesioni può indurre il ginecologo a sospettare che possano essere causate da papilloma virus, per accertare o escludere l’infezione da HPV viene richiesta una colposcopia che consente di esaminare il collo dell’utero. Se necessario, nel corso dell’esame, possono essere effettuati anche prelievi bioptici a livello della cervice uterina, della vulva e della vagina.
Nell’uomo invece non esistono test di routine che permettono di accertare il papilloma virus, l’unica soluzione è sottoporsi periodicamente a una normale visita urologica o andrologica.
HPV: l’importanza della vaccinazione anche over 18
In relazione ai dati disponibili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato la vaccinazione per tutte le ragazze prima dell'inizio dell'attività sessuale. Poiché le statistiche evidenziano che un’alta percentuale di ragazze ha il primo rapporto sessuale approssimativamente verso i 13 anni, sia in Italia, sia nei diversi Paesi europei, l’OMS ha determinato che la vaccinazione deve essere fatta intorno ai 12 anni. Il vero rischio, infatti, è che il virus può causare neoplasie, sempre in assenza di sintomi riconoscibili, anche dopo un periodo di latenza di diversi decenni. La (FDA), Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che regolamenta l’uso dei farmaci, ha ritenuto opportuno vaccinare le ragazze dai 12 ai 26 anni: infatti, un’analisi dei principali studi ha evidenziato che il vaccino anti-HPV può essere efficace anche nelle donne adulte fino ai 45 anni di età.
L’età ideale per la vaccinazione anti-PHV è intorno ai 12 anni perché, molto probabilmente, non si è ancora venuti contatto con il virus e perché la risposta immunitaria è molto efficace: in Italia si somministrano 2 dosi fino all’età di 14 anni, 3 dosi dopo i 14/15 anni. Nei soggetti immunocompromessi si raccomanda la vaccinazione con tre dosi.
Anche dopo i 18 anni è possibile effettuare questa vaccinazione per ridurre il rischio di sviluppare, nel tempo, un tumore al collo dell’utero. La copertura vaccinale nel nostro Paese non è ancora arrivata al 100%: per raggiungere questo importante bersaglio è importante far comprendere alle adolescenti l'importanza di sottoporsi quanto prima a questa vaccinazione o, quantomeno, dare la possibilità di vaccinarsi anche alle ragazze oltre i 18 anni per contribuire a estendere questa copertura.
È sempre possibile, infatti, contrarre l’infezione da HPV nel corso della vita sessuale attiva sia per nuovi contatti sia per la riattivazione di un’infezione latente. Inoltre, mentre le infezioni contratte in giovane età sono transitorie, in età adulta vi è maggiore possibilità di osservare una persistenza stabile e prolungata che può alterare la funzionalità delle cellule esponendo la donna a un maggior rischio oncogeno.
Se le donne HPV negative sono suscettibili all’infezione, quelle HPV positive per un tipo di Papilloma virus, possono, in genere, infettarsi con altri ceppi HPV. Per questo la vaccinazione dopo i 18 anni, detta vaccinazione di “recupero”, ha lo scopo di impedire nuove infezioni nelle donne precedentemente positive e di immunizzare quelle negative. Oggi il vaccino sembra essere sicuro ed efficace fino ai 55 anni e può essere somministrato senza limiti di età. In particolare, il vaccino 9-valente dà maggiori possibilità di acquisire immunità, perché fornisce una protezione diretta dei 9 principali tipi di Papilloma virus, responsabili del 90% di tutti i casi di tumore alla cervice uterina e del 90% di tutti i casi di condilomatosi, rispetto al bivalente e al quadrivalente.
Fonti:
OMS, FDA, PubMed, Ministero della Salute