Le Dermatofizie: una patologia di ritorno molto comune

Data pubblicazione: 22/01/2021 - Ultimo aggiornamento: 28/05/2022
Categoria: News - Autore: Mauro Berta

Le dermatofizie sono micosi del derma causate da dermatofiti un tipo di ascomiceti (classe di funghi la cui riproduzione avviene per ascospore) che si distingue dai lieviti come la candida o da altri funghi che causano micosi superficiali.

I dermatofiti sono in grado di attaccare le strutture cornee epidermiche, ungueali o pilari grazie alla demolizione della cheratina attraverso attività enzimatica. I prodotti dell’attività degli enzimi degradativi, sono poi nutrienti per i dermatofiti.

Sono pertanto detti funghi cheratinofili, limitati allo strato corneo dell’epidermide per la loro incapacità di invadere il tessuto vitale di un immunocompetente.

Hanno fattori di “virulenza” quali proteinasi acide, le cheratinasi e altre proteinasi.

Solo per evidenziare la differenza con i lieviti (candida), questi ultimi colpiscono il tessuto periungueale, gli angoli della bocca, la zona ano-genitale e le pieghe.

Non essendo dotati, come invece tutta la comunità dei dermatofiti, degli enzimi cheratinasi, non sono capaci di invadere il tessuto corneo integro.

Dunque riescono a penetrare solo attraverso uno strato corneo danneggiato e questo spiega la loro affinità per distretti corporei con macerazione e traumatismo.

I lieviti (candida) sono inoltre denominati opportunisti, passano infatti dal ruolo di semplice commensale a quello infettivo in alcune situazioni favorevoli: umidità, macerazione, antibiotici per lungo tempo, gravidanza e deficit immunologici (HIV).

Si stima che nel 2010 le infezioni funginee (dermatofiti e lieviti) della cute siano state la quarta comune patologia del mondo interessando intorno ai 900 milioni di persone.

Un po’ di storia

Troviamo i primi riferimenti alle micosi e più precisamente alla tigna nel “De Morbis Cutaneis” (1572) di Gerolamo Mercuriale medico nato a Forlì nel 1530. Il volume, il primo trattato di dermatologia, è composto da lezioni orali raccolte in due libri dall’allievo di Mercuriale Paolo Aicardi.

Ancora prima Gerolamo Fracastoro nel 1546 nel “De Contagione et Contagiosis Morbis” descrive particelle piccolissime chiamate “seminaria” trasmissibili da un soggetto all’altro per mezzo dell’aria, mediante oggetti o per contatto diretto. Porta inoltre l’attenzione sulla Tigna e il seminaria che la provoca, di natura “crassiora” (grossolana) rispetto alle malattie interne di natura “subtiliora”.

I dermatofiti sono stati nella storia oggetto di scoperte, descrizioni e classificazioni ma anche di attento studio clinico.

Tra i padri della microbiologia della pelle, l’ungherese David Gruby, studiò questa materia nel 1800. In una sua memoria del 1843 descrisse il Microsporum Audouini e casi di Tigna tonsurante (dalla sintomatologia), erroneamente scambiati dallo scienziato per Area Celsi (chiamata anche Porrigo Decalvans)

Questo errore fece in modo che il Microsporum fu riconosciuto ufficialmente con un ritardo di 50 anni, riscoperto nel 1892 dal medico Raymond Sabouraud (1864-1938).

Egli fu nominato direttore responsabile del Laboratorio delle Tigne all’Ospedale Saint Louis a Parigi e si distinse poi per studi sulle tigne e altre micosi della pelle.

Altri importanti studi furono condotti dalla scuola dermatologica viennese, fondata da Ferdinand Hebra, nato a Brno in Moravia (1816-1880), degno allievo dell’anatomopatologo Karl Rokitansky e del clinico Jaoseph Skoda. Hebra descrisse l’eczema marginato che porta il suo nome, detto anche tinea inguinale.

Tra gli altri centri ospedalieri specifici per il trattamento della tinea e altre micosi spicca il San Gallicano di Roma, fondato nel 1720 da papa Benedetto XIII (1649-1720), dal principio allestito e preparato per affrontare tinea, lue e scabbia.

Sintomi e diagnosi

I dermatofiti che generano le dermatofizie si suddividono in tre generi: Microsporum, Trichophyton ed Epidermophyton. L’infezione di questi miceti è chiamata Tinea ed è caratterizzata da sintomi quali eruzione, prurito e desquamazione. Si identificano in:

  • Tinea Capitis (cuoio capelluto)

La si può identificare obiettivamente quando sono presenti chiazza/e alopeciche con peli troncati allo sbocco follicolare, appare sempre finemente desquamante. La cute è più infiammata nell’area di cuoio capelluto interessata quando sono coinvolti i Trichophiton rispetto al Microsporum in particolare canis.
La Tigna Favosa, forma particolare di Tinea Capitis ed è determinata da Trichophyton Schoenleini.
Dà vita ad alopecia cicatriziale definitiva ed è caratterizzata da lesioni a forma di scodella rovesciata di colore giallo, con un odore che va dallo zolfo all’urina e con all’interno i capelli spezzati.

  • Tinea Corporis (corpo)

In genere infiammazione minima o assente, chiazze lievemente pruriginose con trasmissione da persona a persona, da animale a persona, più rara da terreno a persona.
Le chiazze ad esempio su viso, tronco e arti, sono anulari di colore dal rosa al rosso, i bordi desquamati con leggera rilevazione, tendenza ad espandersi verso la periferia e a schiarirsi nella zona centrale.

  • Tinea Cruris o Eczema marginato di Hebra (inguine)

(Eczema marginato di Hebra) è la forma di tinea inguinale da Epidermophyton Floccosum.
In genere placche larghe rosso/marrone o marrone chiaro dai margini rilevati ben delimitati che desquamano producendo prurito.
Le placche sono normalmente localizzate sui due lati, dall’inguine alle cosce, anche estendendosi a volte alla piega tra i glutei fino allo scroto.
I miceti sono favoriti nel loro sviluppo da macerazione, calore e umidità.

  • Tinia Pedis (Denominata anche piede d’atleta)

Da Trichophyton Rubrum produce desquamazione e ispessimento plantare con distribuzione tipica a mocassino. Si manifesta con arrossamento della cute, desquamazione, ipercheratosi, ispessimento delle unghie e prurito. Emana un cattivo odore e può presentare screpolature cutanee. Il contagio avviene normalmente attraverso il contatto con il terreno, nei luoghi umidi o nelle piscine.
Sono responsabili della Tinia Pedia anche Epidermophyton Floccosum e Trichophyton Mentagrophytes variante interdigitalis.

  • Tinea Unguinum (unghie)

Può colpire tanto le dita delle mani quanto quelle dei piedi.
Provoca l’aumento dello spessore delle unghie che si presentano di un colore bianco/giallastro (chiazze discromiche). Successivamente all’ispessimento diventano fragili e ruvide, di facile deformazione o rottura.
Può interessare anche la placca ungueale, il letto ungueale o entrambe le zone, cheratina e detriti si accumulano sotto l’unghia e comunque in sede distale (l’unghia si può anche scollare dal letto). Il dermatofite responsabile è principalmente il Trichophyton Rubrum, ma spesso anche muffe di tipo non dermatofitico, Aspergillus o Fusarium.

Terapia

Il tipico trattamento antimicotico è a base di clotrimazolo, fluconazolo, ketoconazolo, ciclopiroxolamina, tioconazolo.

Quando l’infezione è resistente ai comuni trattamenti si prevedono gli antimicotici sistemici (in particolare usati poi direttamente nella Tinea Capitis e Tinea Unguinum) tra i quali certamente emergono il traconazolo, la terbinafina e anche il fluconazolo in compresse.

Ricordiamo sempre che la Tigna è estremamente contagiosa, e si diffonde tramite oggetti contaminati (indumenti o arredamento da bagno) ma in particolare con il contatto con persone o animali domestici.

L’infezione può estendersi poi verso altre parti del corpo. È per questo molto importante per il rapporto con altri ma anche per noi stessi iniziare quanto prima la terapia antimicotica con farmaci mirati vòlti a neutralizzare i dermatofiti.

A sostegno vengono poi utilizzati anche detergenti e spray antimicotici a ph acido per rendere la cute trattata refrattaria alle “invasioni funginee” a base anche di composti fitoterapici (Teatreeoil ad esempio) ma anche più di tipo chimico come acido undecilenico (acido grasso derivato dall’olio di ricino).

Ricordiamo che sudorazione, umidità e macerazione sono un habitat formidabile per i dermatofiti.

Per la diagnosi normalmente è sufficiente un accurato esame obiettivo ma spesso è utile un campione cutaneo da osservare al microscopio.

Quindi a puro scopo preventivo possiamo consigliare prima di partire di utilizzare asciugamani e pettini personali, non andare a piedi nudi e se possibile usare sempre le calze, evitare il contatto con animali o persone sospette di infezioni funginee.

Dopo aver fatto una doccia o un bagno (piscina-mare) asciugare bene la cute, cambiare spesso indumenti in particolare intimi se si tende a sudare eccessivamente evitando ambienti troppo caldi.

Nel caso di intensa secrezione cutanea usare talco o prodotti topici ad azione antisudorale (ad esempio il cloruro di alluminio) e in particolare nelle pieghe (solco sottomammario, ascelle, inguine, solco intergluteo, piedi e mani).

In viaggio

Le dermatofizie sono infezioni che si verificano più spesso in ambienti a climi caldi e umidi come quelli tropicali. Quindi se al rientro da vacanze esotiche si notano chiazze, tonde o ovali, irritazioni lievemente pruriginose, desquamative e in rilievo, un centro di colore meno marcato, è opportuno farsi visitare da un dermatologo, preferibilmente in un centro di dermatologia tropicale.

Nella raccolta di dati anamnestici sarà sicuramente interessante ricordare se si sono toccati animali di tipo cani e gatti, se si è frequentato piscine e spogliatoi a piedi nudi o comunque la tipologia di clima della località in cui si è villeggiato.

 

Bibliografia

Micologia medica illustrata, Antonio Luigi Costa Arti Poligrafiche Europee.

Atlante di micologia, A. Lasagni Universo

Le infezioni funginee del piede, Marseglia Morato Piccin Edizioni

Testa Dermatologia e Venereologia, Delfino-Fabbrocini-Balato Idelson-Gnocchi.

Le Dermatofizie, autori vari Piccin Edizioni

Manuale di Micologia medica, V. Vidotto Masson Edizioni.

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