La Sindrome di Wanderlust
Data pubblicazione: 21/12/2023
Categoria: News - Autore: Giulia Menghetti - Antonietta Monteduro
La sindrome di Wanderlust definisce la condizione di una persona che ha il costante desiderio di viaggiare, di partire. “Wanderlust” è un termine tedesco che indica un desiderio di esotismo, scoperta e viaggio e ha origine dalle parole “wandern”, camminare, e “lust”, desiderio. Il primo utilizzo di questa parola risale alla letteratura romantica tedesca del 1800, per prendere poi piede in diverse scene letterarie e in diversi ambiti.
Con questo termine non si intende semplicemente la voglia di viaggiare, in quanto il desiderio di andare altrove riflette un’intensa voglia di autosviluppo personale attraverso la scoperta dell’ignoto. Di solito questo vagabondaggio si accompagna all’incontro con persone e culture sconosciute.
Ci sono svariati esempi di questo sentimento nel mondo dell’arte, a partire dalla letteratura romantica tedesca di Goethe, per arrivare alla musica di Schubert e alla pittura, di cui il più lampante esempio è “Il viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich.
Da un punto di vista clinico, con sindrome di Wanderlust, si intende la condizione di chi non riesce a stare fermo in un posto per troppo tempo, accompagnata da un’intensa voglia di viaggiare. È stato dimostrato che esiste una componente genetica predisponente a questa condizione: si tratta del recettore dopaminergico D4, che sembrerebbe essere presente nel 20% della popolazione. Questi geni sono più frequenti nelle popolazioni i cui antenati migravano frequentemente e percorrevano notevoli distanze, partendo dalla lontana Africa.
Secondo uno studio condotto da National Geographic le persone affette da questa sindrome sono geograficamente collocate in aree del mondo in cui storicamente i viaggi sono sempre stati incoraggiati ( da cui già milioni di anni fa migrarono i primi uomini) e corrispondono ad un identikit ben preciso: si tratta di persone che hanno bisogno di avventura, iperattive, con la voglia di scoprire il mondo, aperte mentalmente, propense ad affrontare rischi e nuove esperienze, con il desiderio di scoprire nuove mete e di intrecciare nuove relazioni.
Tuttavia, sembra che questa condizione si accompagni anche ad una continua insoddisfazione personale, che spinge sempre a ricercare appagamenti altrove. Potrebbe essere quindi intesa anche come una tendenza a scappare da una quotidianità non soddisfacente per compensare con esperienze nuove le carenze della vita di tutti i giorni
I soggetti affetti da questa sindrome sono uomini e donne tra i 20 e i 40 anni, che trascorrono la maggior parte del loro tempo a leggere guide di viaggi, a guardare documentari su luoghi esotici, a navigare su internet in cerca compulsiva di voli e alberghi, e che spendono una buona parte delle loro entrate in viaggi, a volte anche più delle proprie possibilità economiche. Ad un certo punto può capitare che in questi soggetti si instauri una sorta di assuefazione, per cui sono spinti a ricercare esperienze in posti sempre più esotici, a volte rischiando anche di trovarsi in situazioni pericolose. Nei soggetti in cui i sintomi sono estremizzati si determina una vera e propria patologia, questo accade quando il desiderio di viaggiare diventa un’ossessione e la voglia di fuggire un impulso irrefrenabile.
Fonti:
Nels Anderson, Il vagabondo. Sociologia dell'uomo senza dimora, Donzelli Editore, 1994