La sicurezza dei lavoratori trasfertisti tra Safety e Security
Data pubblicazione: 24/05/2023
Categoria: News - Autore: Simone Addari - Alessandro Perone
In Italia utilizziamo un unico termine per definire la Sicurezza aziendale e dei dipendenti, mentre nella terminologia anglosassone vengono utilizzati due termini ben distinti quando si parla di Sicurezza: Safety e Security. Quali sono le differenze?
Safety è l’insieme di misure e strumenti utili a prevenire, ridurre e mitigare gli eventi accidentali che potrebbero causare ferite a persone o danni a cose.
Security è l’insieme delle azioni e degli strumenti predisposti e attivabili dall’azienda in risposta ad una minaccia in atto, derivante da azione dolosa, organizzata da terzi proprio allo scopo di arrecare danni.
Quindi la discriminante è l’intenzione dell’evento. Alcuni esempi utili possono essere:
- Safety – Rischio di dispersione di sostanze tossiche in un impianto di produzione chimica o un rischio di scottatura/bruciatura in un impianto di fusione di una lega metallica;
- Security – Il sabotaggio del funzionamento di un impianto industriale o il furto di documenti in un ufficio commerciale.
La sicurezza sul lavoro, quindi, rappresenta un tema fondamentale in ogni ambito lavorativo; quando, però, il lavoratore è costretto a spostarsi all’estero, la questione assume un’importanza ancora maggiore. Le trasferte all’estero possono infatti comportare una serie di rischi aggiuntivi, legati non solo all’ambiente di lavoro, ma anche alle condizioni di vita, al clima, alla cultura, alla lingua ed alla società.
Per poter garantire una trasferta sicura al personale viaggiante, il datore di lavoro che manda all’estero una sua risorsa, deve adottare una serie di precauzioni e misure preventive utili a non esporre a rischi il suo collaboratore. Affinché il trasfertista sia in sicurezza, tutte le figure preposte dall’azienda devono assistere il datore di lavoro nella valutazione di tutti i rischi legati alla sua destinazione ed alla tipologia di attività.
Il lavoratore prima di partire deve essere informato sulle malattie endemiche dell’area, le restrizioni alla libertà di movimento, il livello di criminalità, le possibili catastrofi naturali e via dicendo. In questo ambito entra in aiuto del datore di lavoro un'altra figura di importanza primaria nella sicurezza: il Medico Competente (MC), ovvero colui che deve verificare tempestivamente la presenza di eventuali criticità cliniche del lavoratore e la necessità di vaccinazioni obbligatorie o raccomandate a seconda della destinazione del viaggio; nella definizione di una profilassi sanitaria deve visitare il lavoratore prima della partenza per rilasciare una certificazione medica (Medical Fitness Certificate).
Per i paesi fuori dall’Unione Europea il datore di lavoro, insieme al Responsabile dei Servizi di Prevenzione e Protezione, al Security Manager e al Medico Competente, possono reperire informazioni utili alla salute e sicurezza del lavoratore tramite il portale dell’International Labour Organization (ILO) in cui, attraverso la cooperazione tra i governi e le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, è stata creata una rete di informazioni necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori in tutto il mondo. Un altro metodo efficace è affidarsi ad un’azienda terza esperta in Safety e Security che possa valutare puntualmente e preventivamente tutti i rischi legati ai viaggi di lavoro, aggiornando periodicamente le procedure aziendali.
Una prima distinzione per la valutazione dei rischi è il luogo in cui il lavoratore andrà ad operare. Questo è utile per capire la normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. All’interno dei paesi europei possiamo applicare la “direttiva quadro 89/391”, ovvero l'atto giuridico di base in materia di sicurezza e salute che stabilisce i principi generali in materia di prevenzione e protezione dei lavoratori contro gli infortuni e le malattie professionali. La direttiva Contiene principi riguardanti la prevenzione dei rischi, la tutela della sicurezza e della salute, la valutazione dei rischi, l'eliminazione dei fattori di rischio e infortunistici, l'informazione, e la formazione dei lavoratori. Un’altra importante direttiva sulla quale fare affidamento è la ISO 31030:2021 sul Travel Risk Management che ha definito le linee guida applicabili a qualsiasi tipo di viaggio ovunque del mondo.
Altra distinzione fondamentale è la tipologia di lavoro, stabilendo soprattutto se è un lavoro di natura intellettuale o meno. Un lavoro di natura intellettuale, che viene svolto in uffici, ha caratteristiche che non risultano eccessivamente diverse rispetto a quelle dove il lavoratore è solito svolgere la sua attività in Italia. Diverso è se il lavoratore opera in un luogo in cui è a contatto con la popolazione generale: in questo caso è utile che vengano valutati, oltre ai rischi di tipo infortunistico, che sono propri dell’attività lavorativa, anche i rischi “da aggressioni”. La valutazione di questo rischio varia in funzione del pericolo legato a tre fattori principali, quali:
- Tasso di criminalità comune e organizzata, in cui si presenta rischio di sequestro o aggressione a scopo di furto;
- Contesto sociopolitico in paesi con situazioni politico-sociali instabili, dove si presenta con rischio di coinvolgimento in manifestazioni, putiferi, rivolte;
- Situazioni di guerra o gravi crisi in Paesi in cui sono presenti contesti di conflitti armati a causa di ostilità interne e in cui si presenta un rischio di coinvolgimento in lotte armate.
Situazioni come quelle citate potrebbero portare a danni non solo di tipo fisico ma anche psichico. La Corte di Cassazione si è espressa in merito già nel 2002 con la sentenza 4129 in cui ricorda che: “l'obbligo dell'imprenditore è di tutelare l'integrità fisiopsichica dei dipendenti ed impone l'adozione - ed il mantenimento - non solo di misure di tipo igienico-sanitario o antinfortunistico, ma anche di misure atte […] a preservare i lavoratori […] dalle aggressioni conseguenti all'attività criminosa di terzi”.
Come fare a mitigare il rischio?
In primo luogo il datore di lavoro deve registrare il lavoratore nel sito “dovesiamonelmondo.it” così da comunicare la propria partenza verso una destinazione estera e fornire gli elementi necessari al fine di essere rintracciati e ricevere informazioni utili in caso di emergenza; è un servizio della Farnesina che tramite l’unità di crisi coordina l’intera rete delle Ambasciate e dei Consolati italiani, sulla base di protocolli operativi e piani preventivamente definiti e costantemente aggiornati, tenendo conto della presenza italiana (turisti, residenti, imprese) operante nei singoli Paesi del mondo.
Quando, però, l’azienda espande il proprio business all’estero e il numero di viaggi cresce, come previsto dalle direttive della ISO 31030, è consigliato affidare l’attività di Travel Risk Management all’esperienza di un partner esterno. La creazione di protocolli e procedure sia per la valutazione dei rischi che per un’efficace e sempre aggiornata Travel Policy sono la base che permette ai dipendenti di viaggiare informati e formati circa i rischi legati alla propria destinazione.
La formazione è un elemento chiave per la sicurezza in trasferta : tutti i dipendenti che si spostano all’estero per lavoro devono ricevere una formazione generale in materia di Health e Security e una formazione specifica correlata alla destinazione. Questa formazione deve includere consigli pratici su come comportarsi in caso di emergenza, su come evitare di attirare l’attenzione dei criminali, sulla gestione del denaro e molto altro ancora. Se per l’attività da svolgersi in ambito UE, in cui si ha un rischio minore, la formazione dei lavoratori definita dal D.lgs. 81/2008 viene considerata sufficiente, per i Paesi fuori Unione Europea si considera necessario attivare un’azione informativa specifica.
I temi principali su cui il lavoratore deve essere informato sono:
- Informazioni generali del Paese o i Paesi in cui deve essere svolto il lavoro all’estero e la durata prevista (lingua, fuso orario, valuta, clima ecc.);
- Situazione geopolitica: situazione terroristica, scontri, rivolte, ecc;
- Situazione sanitaria ed il numero delle emergenze (che per il territorio europeo è sempre il 112);
- Ingresso/Uscita dal Paese: i documenti necessari da avere e di cui si dovrà occupare il datore di lavoro;
- Dove è situata l’ambasciata italiana ed il numero di telefono;
- Consigli utili (abbigliamento, mezzi di trasporto, usanze religione, zone da evitare, ecc.);
- Gestione del cibo e dell’acqua.
Ovviamente, insieme alla formazione il datore di lavoro deve fornire ai dipendenti tutti gli strumenti necessari per proteggersi da eventuali rischi lavorativi, incluse le eventuali protezioni individuali e collettive, che possono differire significativamente a seconda del Paese di destinazione. La compagnia deve anche prevedere dei piani di emergenza, che includono non solo i protocolli da seguire in caso di incidenti o malattie, ma anche eventuali evacuazioni d’emergenza a seconda delle condizioni climatiche o di sicurezza.
In conclusione, è necessario fare tutti gli sforzi per garantire che i dipendenti in trasferta all’estero siano al sicuro, sempre. La prevenzione, la formazione, i piani di emergenza, l’attenzione alle differenze culturali, la lingua ed un eventuale supporto psicologico sono tutti elementi cruciali per assicurare che la trasferta all’estero possa essere un’esperienza sicura e di successo. Un approccio serio e attento alla sicurezza è fondamentale per la libertà e la produttività dei dipendenti, un fattore importantissimo per il successo aziendale, indipendentemente dalla tipologia di azienda e da dove si trovino nel mondo i lavoratori.
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Fonti:
https://osha.europa.eu/en/legislation/directives/the-osh-framework-directive/1;