L'epidemia da Coronavirus nel mondo
Data pubblicazione: 20/01/2020 - Ultimo aggiornamento: 28/05/2022
Categoria: News - Autore: Staff Ambimed
26 Giugno 2020 - Globalmente, ad oggi l'epidemia di Coronavirus ha già colpito più di 9.592.300 di persone, causando oltre 488.900 decessi.
L'epidemia attualmente interessa più di 177 paesi.
Cina
- 85.119 casi confermati clinicamente e in laboratorio
- 4.647 morti
Americhe
- Stati Uniti 2.329.463 casi (120.955 morti)
- Brasile 1.145.906 casi (52.645 morti)
- Messico 191.410 casi (23.377 morti)
- Canada 101.963 casi (8.454 morti)
Europa
- 2.606.847 casi confermati
- 195.048 morti
Primi Paesi per trasmissione locale nella Regione Europea
- Russia 613.994 casi (8.605 morti)
- Regno Unito 306.862 casi (43.081 morti)
- Spagna 247.086 casi (28.327 morti)
- Italia 239.706 casi (34.678 morti)*
- Germania 192.079 casi (8.927 morti)
- Francia 161.348 casi (29.731 morti)
Il virus
Il virus, noto anche come 2019-nCoV, è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente identificato nell'uomo. I coronavirus sono una larga famiglia di agenti virali trasmessi sia per contatto interumano che animale-uomo, in grado di causare dal banale raffreddore a delle severe infezioni respiratorie, come la Mers-Cov o la SARS.
La trasmissione può avvenire anche per contatto interumano, cioè trasmesse da persona malata a persona sana. Recentemente, la rivista Lancet ha pubblicato uno studio secondo il quale la trasmissione potrebbe avvenire anche da portatori privi di sintomi. Se fosse realmente così, sarebbe ancora più complicato il controllo delle persone contagiate.
I segni di infezione del 2019-nCoV includono sintomi respiratori, febbre, tosse, respiro corto e difficoltà respiratorie. Il virus è "trasmesso principalmente attraverso il tratto respiratorio", in generale con tosse e starnuti. Attualmente sembrerebbe che il periodo di incubazione del virus è di circa 14 giorni.
L’analisi filogenetica di 2019-nCoV, sequenziata da campioni di nove pazienti, ha mostrato che il virus appartiene al sottogenere Sarbecovirus. 2019-nCoV è più simile a due ceppi di coronavirus derivati dal pipistrello, bat-SL-CoVZC45 e bat-SL-CoVZXC21, rispetto ai Coronavirus umani finora noti, incluso il virus che ha causato l'epidemia di SARS del 2003. Da un punto di vista epidemiologico otto dei nove pazienti avevano una storia di esposizione al mercato dei frutti di mare di Huanan a Wuhan, suggerendo che sarebbero entrati in stretto contatto con la presunta fonte di infezione al mercato. Tuttavia, un paziente non aveva mai visitato il mercato, sebbene soggiornasse in un vicino hotel prima dell'inizio della malattia. Questo dato suggerisce o una possibile trasmissione avvenuta classicamente per via aerogena attraverso goccioline o che il paziente sia stato infettato da una fonte attualmente sconosciuta. La presenza di focolai della malattia in gruppi di familiari e di operatori sanitari avrebbe ora confermato la trasmissione interumana.
Come è tipico dei virus a RNA, il tasso evolutivo medio per i Coronavirus è di circa 10 – ⁴ sostituzioni nucleotidiche per sito all'anno, con mutazioni che si verificano durante ogni ciclo di replicazione. Colpisce quindi il fatto che le sequenze di 2019-nCoV di diversi pazienti fossero quasi identiche, con un'identità di sequenza superiore al 99,9%. Il dato suggerisce che 2019-nCoV ha avuto origine da una singola fonte da poco tempo, per essere poi isolato e riconosciuto in modo relativamente rapido. Tuttavia, se la trasmissione del virus continua a moltiplica i casi, la sorveglianza delle mutazioni deve essere molto assidua.
L'analisi filogenetica ha mostrato che i Coronavirus derivati dai pipistrelli rientravano in tutti e cinque i sottogeneri del genere Betacoronavirus. Il 2019-nCoV è strettamente correlato a bat-SL-CoVZC45 e bat-SL-CoVZXC21, anch'essi presenti nei pipistrelli. Questi dati depongono per il fatto che proprio il pipistrello costituisca il serbatoio per i Coronavirus in generale e per il 2019-nCoV in particolare. Tuttavia, nonostante l'importanza dei pipistrelli, diversi fatti suggeriscono che un altro animale debba agire da ospite intermedio tra pipistrelli e umani.
1) In primo luogo, il fatto che l'epidemia è stata segnalata per la prima volta alla fine di dicembre 2019, quando la maggior parte delle specie di pipistrelli a Wuhan sono in letargo.
2) In secondo luogo, non sono stati venduti o trovati pipistrelli nel mercato ittico di Huanan, mentre erano disponibili per l'acquisto altri animali acquatici? (compresi i mammiferi).
3) In terzo luogo, l'identità della sequenza tra 2019-nCoV e i suoi parenti stretti bat-SL-CoVZC45 e bat-SL-CoVZXC21 era inferiore al 90%, il che si riflette nella lunghezza della diramazione genetica tra di loro. Pertanto, bat-SL-CoVZC45 e bat-SL-CoVZXC21 non sono antenati diretti di 2019-nCoV.
4) In quarto luogo, sia in SARS-CoV che in MERS-CoV, i pipistrelli fungevano da serbatoio naturale, con un altro animale (zibetto delle palme per SARS-CoV e cammelli/dromedari per MERS-CoV) a fungere da ospite intermedio, con gli esseri umani come ospiti terminali.
Pertanto, sulla base dei dati attuali, sembra probabile che il 2019-nCoV dell'epidemia di Wuhan potrebbe anche essere inizialmente ospite di pipistrelli, successivamente trasmesso agli esseri umani attraverso altri animali selvatici attualmente sconosciuti, venduti al mercato ittico di Huanan.
(Dott. Francesco Spinazzola)
Fonte: WHO; Ministero della Salute
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