L'antibiotico resistenza è già una pandemia

Data pubblicazione: 01/07/2022
Categoria: News - Autore: Staff Ambimed

L

Secondo un nuovo rapporto della Access to Medicine Foundation, le aziende farmaceutiche sono state esortate a impegnarsi maggiormente nella lotta contro la resistenza antimicrobica, che nel 2019 ha provocato 1,27 milioni di vittime.

L'utilizzo scorretto degli antibiotici sta causando una sempre più ampia diffusione del fenomeno dell'antibiotico resistenza, una vera e propria minaccia globale per la salute pubblica.

L'antibiotico resistenza si sviluppa come conseguenza a un utilizzo eccessivo, non pertinente e scorretto degli antibiotici, in seguito al quale i batteri sviluppano dei meccanismi al fine di adattarsi e sopravvivere. In questo modo, le infezioni batteriche diventano sempre più difficili da trattare con gli antibiotici convenzionali.

Gran parte dell'attenzione delle aziende produttrici di farmaci è stata finora rivolta allo sviluppo di nuovi antibiotici e altri farmaci per combattere i "superbatteri", perdendo la concentrazione sulla reale disponibilità degli antibiotici convenzionali (ed efficaci) nei Paesi a basso e medio reddito. L'associazione Access to Medicine Foundation promotrice del report sta inviando lo studio al gruppo dei Paesi del G20, nella speranza che le questioni vengano incluse nella discussione del prossimo vertice che si terrà a Bali a novembre.

Secondo un rapporto del progetto Gram (Global Research on AntiMicrobial resistance) pubblicato quest'anno su Lancet, ogni anno sono oltre il milione le vittime a causa della resistenza agli antimicrobici. Le proiezioni allarmano che dal 2050 si prevedono 10 milioni di decessi all'anno dovuti a microrganismi multi-resistenti.

Sebbene l'antibiotico resistenza non conosca confini geografici – e infatti è stato evidenziato in tutto il mondo un aumento dei tassi di resistenza antimicrobica per le comuni infezioni – la resistenza ai farmaci è un fenomeno in crescita esponenziale soprattutto nell'Africa sub-sahariana.

Se vi è un'indisponibilità di farmaci di prima linea, efficaci e pertinenti, i medici sono costretti ad optare per alternative meno efficaci, creando così l'opportunità per virus e batteri di sviluppare resistenza e diventare "superbatteri". A questa sfida va aggiunto il fenomeno dei farmaci contraffatti e substandard.

"Le persone che corrono il più alto rischio di infezione e i più alti tassi di resistenza ai farmaci hanno le maggiori difficoltà a ottenere gli antibiotici di cui hanno bisogno per sopravvivere a gravi infezioni batteriche e fungine", si legge nel rapporto della fondazione. Solo 54 dei 166 farmaci e vaccini per le malattie infettive valutati dallo studio dello scorso anno erano coperti da una strategia di accesso per renderli disponibili ai Paesi a basso e medio reddito.

La pandemia da COVID-19 ha sicuramente esacerbato una realtà già vulnerabile. Le catene di approvvigionamento di antibiotici tendono a essere internazionali e complesse, e sono state interrotte dalla chiusura delle frontiere e dai blocchi. I produttori di farmaci sono generalmente poco incentivati a vendere i loro antibiotici e antimicotici nei Paesi a basso e medio reddito, caratterizzati da margini di profitto ridotti e catene di approvvigionamento fragili.

Lo studio ha evidenziato anche diversi esempi positivi. Dal 2008, la francese Sanofi ha permesso alle aziende locali in Nigeria di produrre un antibiotico fuori brevetto chiamato metronidazolo (Flagyl), che cura le infezioni gastrointestinali e altre patologie. Nel 2015 Sanofi ha stretto una partnership con May & Baker, un tempo filiale di un'azienda chimica britannica, che ora produce 500.000 scatole di antibiotico all'anno per il mercato nigeriano.

Prevenzione e controllo
La resistenza agli antibiotici è accelerata dall'uso improprio e eccessivo degli antibiotici, nonché dalla scarsa prevenzione e controllo delle infezioni. Si possono adottare misure per ridurre l'impatto e limitare la diffusione della resistenza a tutti i livelli della società.

Individui: 

  • Utilizzare gli antibiotici solo se prescritti da un professionista sanitario;
  • Non richiedere mai antibiotici se il tuo operatore sanitario dice che non ne hai bisogno;
  • Segui sempre i consigli del tuo operatore sanitario quando usi gli antibiotici;
  • Non condividere o utilizzare mai gli antibiotici avanzati;
  • Prevenire le infezioni lavandosi regolarmente le mani, preparando il cibo in modo igienico, evitando il contatto ravvicinato con persone malate, praticando sesso più sicuro e mantenendo aggiornate le vaccinazioni.

Decisori politici: 

  • Garantire che sia in atto un solido piano d'azione nazionale per affrontare la resistenza agli antibiotici;
  • Migliorare la sorveglianza delle infezioni resistenti agli antibiotici;
  • Rafforzare le politiche, i programmi e l'attuazione delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni;
  • Regolamentare e promuovere l'uso e lo smaltimento appropriati di medicinali di qualità;
  • Rendere disponibili informazioni sull'impatto della resistenza agli antibiotici.

Operatori sanitari:

  • Previenire le infezioni assicurandoti che mani, strumenti e ambiente siano puliti;
  • Prescrivere e dispensare antibiotici solo quando necessario, secondo le attuali linee guida;
  • Segnalare le infezioni resistenti agli antibiotici ai team di sorveglianza;
  • Parla con i tuoi pazienti di come assumere correttamente gli antibiotici, della resistenza agli antibiotici e dei pericoli di un uso improprio;
  • Parla con i tuoi pazienti della prevenzione delle infezioni (ad esempio, vaccinazione, lavaggio delle mani, sesso più sicuro e copertura del naso e della bocca quando starnutisci).

Industria sanitaria:

  • Investire nella ricerca e nello sviluppo di nuovi antibiotici, vaccini, strumenti diagnostici e altri strumenti;
  • Rendere equamente accessibili i farmaci.

Settore agricolo

  • Somministrare antibiotici agli animali solo sotto controllo veterinario;
  • Non utilizzare antibiotici per promuovere la crescita o per prevenire malattie negli animali sani;
  • Vaccinare gli animali per ridurre la necessità di antibiotici e utilizzare alternative agli antibiotici quando disponibili;
  • Promuovere e applicare buone pratiche in tutte le fasi di produzione e trasformazione di alimenti di origine animale e vegetale;
  • Migliorare la biosicurezza negli allevamenti e prevenire le infezioni attraverso una migliore igiene e benessere degli animali.

Fonte: The Guardian; WHO
 

Trovi questo articolo interessante? Condividilo sui social