Il primo caso di ricontagio da Ebola nella Repubblica Democratica del Congo
Data pubblicazione: 02/01/2020 - Ultimo aggiornamento: 29/05/2022
Categoria: News - Autore: Beatrice Formenti
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha confermato il primo caso di ricontagio da virus Ebola.
All'inizio di dicembre, le autorità sanitarie congolesi hanno riferito che un sopravvisuto - cioè una persona che si era ammalata ma era riuscita a guarire - che viveva a Mabalako, nella provincia del Nord Kivu, si è nuovamente ricontagiato con Ebola.
"I rari casi di recidiva sono stati già documentati durante le precedenti epidemie, ma questa è la prima recidiva documentata durante questo focolaio", ha affermato il portavoce dell'OMS.
L'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo ha ad oggi infettato più di 3.300 persone e ucciso oltre 2.200.
Nonostante lo sviluppo di un vaccino preventivo già reso disponibile per le comunità a rischio, la trasmissione continua a pedurare, facilitata anche da una ondata di violenze da parte di milizie ribelli e criminali che, colpendo spesso i centri di salute, ostacolano gli sforzi atti a contenere l'epidemia.
Fonte: Reuters
L'EBOLA
L’Ebola è una malattia infettiva virale altamente contagiosa causata da un virus RNA della famiglia Filoviridae.
La trasmissione avviene per contatto attraverso sangue, secrezioni, fluidi e organi di animali infetti, quali scimmie, scimpanzè, gorilla, antilopi e pipistrelli della frutta.
Il contagio interumano avviene per contatto diretto attraverso organi, sangue, fluidi biologici come saliva, urina, vomito, di soggetti infetti sia vivi che morti, e per contatto indiretto con ambienti, superfici e oggetti contaminati.
La malattia si manifesta inizialmente con febbre, astenia, malessere, mialgia, cefalea, diarrea, nausea e vomito.
Con il progredire dell’infezione, compaiono sintomi di alterazioni multiorgano a carico di fegato, reni, apparato respiratorio, gastrointestinale, cutaneo (con comparsa di esantema) e nervoso (stato confusionale, convulsioni).
Circa dopo 1 settimana dall’esordio dei primi sintomi, compaiono i fenomeni emorragici, con sanguinamento dell’apparato gastrointestinale, epistassi, ematuria, emorragie gengivali, fino ad evolvere in emorragie estese, shock ipovolemico e decesso.
La mortalità varia dal 25% al 90%.
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