Il Covid, il mondo del lavoro italiano e le misure attuate – parte 1
Data pubblicazione: 19/04/2021 - Ultimo aggiornamento: 28/05/2022
Categoria: News - Autore: Luigi Cirrincione
L'Italia è stato il primo Paese all'interno dell'area euro-mediterranea a sperimentare in modo drammatico la pandemia da SARS-CoV-2.
Il 21 febbraio 2020 è stata rilevata la presenza del primo focolaio "secondario", in cui la trasmissione non riguardava solo persone provenienti da zone a rischio.
Il primo paziente italiano identificato, affetto da COVID-19 è stato rilevato a Codogno (Lodi), non risultando legato a focolai noti.
Lo Stato italiano ha attuato progressivamente misure sempre più restrittive per evitare la diffusione del contagio, seguendo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra queste misure restrittive sono state adottate il distanziamento sociale, le strategie di comunità e comunicazione, la ricerca di eventuali interventi non farmaceutici per mitigare il contagio fino a determinare dall’8 Marzo 2020 il lockdown nazionale, ovvero il blocco totale di tutte le attività produttive e commerciali non essenziali. Per le attività produttive e per i servizi essenziali, impossibilitati a chiudere, è stato divulgato il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro”, firmato il 14 marzo 2020, che ha previsto tra l’altro l’utilizzo, ove possibile, della modalità di lavoro definita “agile o smart-working” per ridurre al minimo i contatti tra i dipendenti di una stessa azienda.
Sulla base di queste premesse, e in virtù delle scarsissime conoscenze ed evidenze scientifiche specifiche nei confronti del SARS-CoV-2, è stato formulato un protocollo omogeneo delle misure da adottare per la prevenzione e protezione della trasmissione del virus negli ambienti di lavoro, rispettando quanto previsto dai diversi DPCM; da adottare quindi per tutto il periodo dello stato emergenziale, e nelle successive fasi che accompagneranno i paesi nella, speriamo non lontana, fine di tale pandemia. Il protocollo proposto nasce dall’idea di formulare misure di prevenzione e protezione graduali, da attuare a livello organizzativo, ambientale e personale, quantificando la potenziale presenza e diffusione del virus nell'azienda in considerazione della specificità̀ dei processi produttivi, delle modalità̀ organizzative del lavoro e in considerazione dei dati relativi alla diffusione del virus nell’area in cui viene svolta l’attività lavorativa.
Misure organizzative
Le misure organizzative sono misure generali per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 imposte dalle autorità competenti con lo scopo di ridurre al minimo la probabilità di essere esposti a questo nuovo virus.
Tra le misure organizzative proposte per far fronte alla pandemia da COVID-19 si è ritenuto di fondamentale importanza:
- Ridurre al minimo l'ingresso negli ambienti di lavoro dei visitatori, limitando o contingentando l'accesso a tutte le figure aziendali, compresi i dipendenti.
- Impedire l’ingresso alle persone con evidenti sintomi simil-influenzali, rendendo possibile l’istituzione della misurazione della temperatura corporea, di tutto il personale, dei clienti, dei fornitori e dei collaboratori esterni; non permettendo l’ingresso nei locali aziendali a coloro i quali abbiano una temperatura superiore ai 37,5°C.
- Inibire l’accesso al personale viaggiante proveniente dalle zone a maggior rischio per il SARS-CoV-2, definite inizialmente “zone rosse”, o province di classe alta sulla base della distribuzione dei tassi standardizzati di incidenza cumulata.
- Ridurre il numero degli operatori all'interno dei singoli ambienti confinati, sfruttando tutte le modalità di lavoro agile domiciliare e le turnazioni possibili sul luogo di lavoro.
- Comporre ove possibile, due o più gruppi di lavoro chiusi e indipendenti, da alternare ogni 14 giorni per lavorare alternativamente in azienda e in smart-working.
Misure ambientali
Le misure ambientali mirano a ridurre il rischio di trasmissione dell'infezione da SARS-CoV-2, che potrebbe avvenire attraverso il contatto diretto con soggetti infetti, o tramite il contatto con oggetti, attrezzature e superfici inanimate, contaminate.
È stato dimostrato come i coronavirus, inclusi i virus responsabili della SARS e della MERS, possano persistere, in condizioni ottimali di bassa umidità e bassa temperatura, per diverse ore, sulle superfici inanimate; va quindi ipotizzato un ruolo, seppur secondario, della trasmissione dell'infezione da SARS-CoV-2, attraverso il contatto con strumenti, oggetti, e qualsiasi superficie contaminata, soprattutto in caso di uffici condivisi da più dipendenti, bagni, spogliatoi, mense, locali con distributori, aree fumatori etc...
A tal proposito si è constatato come virus con proprietà biochimiche e fisiche simili al SARS-CoV-2 vengano inattivati da adeguate procedure di sanificazione, che includono, sia l'uso di sostanze chimiche, quali disinfettanti a base di ipoclorito di sodio (0,1-0,5%), etanolo (62 -71%) o perossido di idrogeno (0,5%) (Tab.1), per un tempo di contatto adeguato, fornendo maggiore ventilazione degli ambienti chiusi in seguito al loro utilizzo; che l'utilizzo di mezzi fisici come l'irradiazione ultravioletta oppure l’uso dell’ozono per la quali virus con involucro come i coronavirus potrebbero essere più sensibili. Pertanto, oltre che per la quotidiana pulizia e igienizzazione degli ambienti di lavoro, da effettuarsi con maggiore frequenza, è necessario adottare procedure di pulizia e sanificazione straordinarie, quando ad esempio si sospetta o si evidenzia la presenza di un soggetto positivo, ricordando di prestare massima attenzione nella rimozione anche di eventuali residui organici.
Sostanza disinfettante | Applicazione |
Alcool | Cutanea Disinfezione di superfici inanimate |
Composti del cloro (clorammina, ipoclorito) |
Antisepsi cutanea e delle ferite Trattamento delle acque Disinfezione delle superfici |
Gluteraldeide | Disinfezione degli oggetti |
Perossido di idrogeno | Antisepsi cutanea |
Iodofori (betadine) | Antisepsi cutanea e delle ferite |
Acido acetico | Disinfezione degli oggetti |
Tab.1 Elenco dei disinfettanti attivi sui virus e relative applicazioni.
Ulteriori misure
Ulteriori misure ambientali da adottare per ridurre il rischio di trasmissione sono:
- Ridurre il numero delle persone presenti in uno stesso ambiente chiuso (ad esempio in aula, sala riunioni, sala d'attesa, etc…), con una densità di affollamento non superiore a 7 mq di superficie di calpestio a persona.
- Mantenere costantemente areati e controllati, sia da un punto di vista termico che igrometrico, tutti gli ambienti lavorativi.
A tal proposito, in letteratura, seppur non si siano studi sugli effetti della temperatura e dell'umidità relativa alla vitalità del SARS-CoV-2, in base agli effetti dimostrati su altri virus come il SARS-CoV, sarebbe utile mantenere gli spazi confinati molto areati, garantendo al loro interno una temperatura di oltre 20°C e grado di umidità superiore al 60%.
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