I casi di streptococco A in Italia sono in aumento
Data pubblicazione: 27/04/2023
Categoria: News - Autore: Marta Marchetti
Ultimamente in tutto il Paese è stato registrato un aumento dei casi di faringiti causate da Streptococco di tipo A.
A contribuire all’incremento delle segnalazioni sono state le farmacie che hanno registrato un boom di vendite di tamponi faringei utilizzati per scovare il microrganismo responsabile.
Il batterio
Lo Streptococcus pyogenes, anche detto streptococco beta-emolitico di tipo A (SBEGA), è un cocco responsabile dell’insorgenza di diversi quadri clinici. Le manifestazioni più tipiche sono quelle legate alle infezioni che si verificano a livello di cute e di tessuti molli, oltre che alle infezioni del cavo orale, rappresentate da faringo-tonsilliti.
La faringite streptococcica si presenta con mal di gola, febbre (con o senza brivido), faringe arrossata (gola rossa) e presenza di essudato tonsillare purulento (placche). In alcuni casi si possono manifestare sintomi attenuati, mentre in altri casi le faringo-tonsilliti da streptococco possono esitare in ascesso.
La scarlattina è una malattia infettiva contagiosa tipica dell’età pediatrica, causata dallo SBEGA. Questa si manifesta con sintomi tipici della faringite streptococcica, associata alla comparsa di un rash tipico dopo due giorni circa.
Le principali complicanze tardive che possono verificarsi in seguito ad infezione da Streptococcus pyogenes sono la febbre reumatica e la glomerulonefrite acuta post-streptococcica.
La febbre reumatica è una malattia infiammatoria sistemica che insorge a distanza di 1-5 settimane da un episodio di faringo-tonsillite streptococcica. Le manifestazioni cliniche comprendono febbre, dolori e tumefazioni articolari oltre a coinvolgere il cuore con la comparsa di endocarditi. La faringite streptococcica deve esser trattata correttamente e tempestivamente, in modo da prevenire la comparsa di febbre reumatica.
La glomerulonefrite acuta post-streptococcica è una malattia renale che può insorgere dopo due settimane da un’infezione causata da Streptococcus pyogenes, sia questa a livello della faringe o della cute e dei tessuti molli. Questa patologia è più frequente nell’infanzia, infatti è la prima causa di sindrome nefritica nell’infanzia.
Il quadro clinico
Nonostante la faringite virale sia la più frequente causa di mal di gola in termini assoluti, bisogna ricordare che la faringo-tonsillite da streptococco di tipo A è una delle più comuni cause in età pediatrica di faringodinia.
La trasmissione avviene per via aerea ed il periodo di incubazione è di 1-4 giorni, dopo il quale compaiono manifestazioni tipiche quali mal di gola, febbre con brivido e ingrossamento dei linfonodi latero-cervicali. Tutto questo si associa spesso alla comparsa di essudato purulento a livello delle tonsille. Nei bambini, soprattutto in quelli molto piccoli, possono presentarsi anche vomito e mal di pancia.
Ma come è possibile distinguere se si tratta di un mal di gola con causa virale o batterica?
Il quadro sintomatologico risulta simile nei due tipi di faringiti, ma la presenza di ingrossamento, infiammazione linfonodale e di essudato tonsillare, oltre all’assenza di tosse e congiuntivite, possono far pensare ad un’infezione di tipo batterico piuttosto che virale.
Per avere una diagnosi certa si deve ricorrere all’esame colturale dei campioni microbiologici raccolti tramite tampone faringeo, esame svolto in centri specializzati. Una buona alternativa risulta essere test rapido antigenico, anch’esso eseguito grazie all’impiego di un tampone faringeo.
Il kit per effettuare questo test può esser acquistato autonomamente nelle farmacie ma, data l’importanza della diagnosi che ne consegue, sarebbe meglio che venisse eseguito da personale sanitario abituato alla procedura, in modo da ridurre i falsi negativi.
Il kit del tampone per lo Streptococco di gruppo A risulta molto simile a quello effettuato per il Covid-19, con la differenza che in questo caso specifico il prelievo viene effettuato sfregando il tampone contro la parte posteriore della gola e sulle tonsille.
Perché è importante conoscere la vera causa della patologia?
Una corretta diagnosi del patogeno permette di iniziare il prima possibile il trattamento idoneo.
La differenza più significativa tra una faringite batteria o virale risiede nella terapia.
Infatti, nella faringo-tonsillite virale non deve essere assunto l’antibiotico, poiché inutile nel combattere i virus che causano la patologia. Inoltre, un abuso di antibiotici, o semplicemente un uso scorretto di questi, permette ai batteri di diventare resistenti a questo tipo di farmaci.
L’antibiotico resistenza è un enorme problema che la sanità moderna si trova a dover affrontare, in quanto i microrganismi multi-resistenti richiedono trattamenti sempre più aggressivi e possono causare malattie anche molto differenti, per sito di infezione, per severità e per incidenza.
In conclusione, la faringite virale deve esser trattata con terapia di supporto mentre quella causata da Streptococco di gruppo A deve esser trattata con terapia antibiotica. Questo cocco risulta sensibile alle penicilline ed alle cefalosporine ma, prima di intraprendere un trattamento antibiotico, è sempre necessario richiedere un consulto medico, in modo da trattare la patologia nel modo migliore ed evitare l’insorgere di complicanze.
Perché l’aumento dei casi?
L’aumento dei casi di faringiti da Streptococco A che si è registrato, è legato principalmente alla pandemia. Infatti, con il ritorno alle normali attività e a causa della riduzione degli accorgimenti igienici, oltre che dell’uso delle mascherine e di altri metodi barriera, si è visto un aumento di tutte le infezioni. Di queste, quelle che hanno avuto un incremento più significativo sono le infezioni virali dei virus dell’influenza e del virus respiratorio sinciziale e quelle batteriche dello Streptococco β-emolitico di tipo A.
Per una corretta prevenzione rivolgiti agli esperti Ambimed.
Fonti:
ISSHumanitas
La Repubblica