VACCINO CONTRO l'Herpes Zoster
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Cos'è l'Herpes Zoster
L’Herpes zoster (HZ), detto anche Fuoco di Sant’Antonio, è una patologia virale acuta determinata dalla riattivazione dell’infezione latente da virus varicella-zoster (VZV), un virus a DNA appartenente alla famiglia degli Herpesviridae. Il virus rimane latente nelle radici dei gangli del sistema nervoso e può svilupparsi solo in persone che hanno contratto la varicella o sono venute in contatto col virus, incluse quelle vaccinate con un vaccino vivo contro la varicella. Fattori che possono aumentare il rischio di insorgenza di HZ o aggravarne i sintomi sono l’età e alcune patologie predisponenti. I sintomi principali dell’HZ sono: esantema vescicolare, in genere unilaterale, frequentemente associato a dolore (Fuoco di Sant’Antonio). La nevralgia post erpetica (PHN) costituisce la complicanza più frequente e importante insieme ad altre come la sovrainfezione batterica delle lesioni, la disseminazione cutanea, l’infezione polmonare e la miocardite.
Perchè è importante la prevenzione
La vaccinazione contro l’herpes zoster è importante per prevenire l’incidenza dell’HZ e della nevralgia post erpetica. La prevenzione di questa patologia viene condotta in maniera sicura ed efficace attraverso il vaccino anti Varicella-Zoster, disponibile dal 1995 e somministrato insieme al vaccino anti Morbillo, Rosolia e Pertosse. La vaccinazione è consigliata non solo per i soggetti a rischio, ma anche per chi non abbia ancora sviluppato la patologia poiché l’infezione contratta in età adulta potrebbe determinare delle conseguenze cliniche più gravi.
Quando è consigliabile vaccinarsi
Secondo il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019, la vaccinazione contro l’herpes zoster deve esser offerta attivamente nei soggetti di 65 anni d’età e nei soggetti a rischio già a partire dai 50 anni di età se affetti da diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO e se trattati con terapia immunosoppressiva.
Composizione del vaccino
ZOSTAVAX è un vaccino vivo attenuato dell’herpes zoster.
Il vaccino anti HZ è costituito da una forma attenuata del virus della varicella zoster e permette di inibire la
riattivazione del virus latente nell’organismo e prevenire dunque l’insorgenza dell’herpes zoster e della
Nevralgia Post Erpetica (PHN). Tale vaccinazione è in grado di ridurre di circa il 65% i casi di nevralgia
post-erpetica e di circa il 50% i casi clinici di zoster.
SHINGRIX è un vaccino ricombinante adiuvato, ossia contiene una glicoproteina del Virus VZV ricombinata a partire
dal DNA virale. La sua efficacia nel ridurre i casi di HZ è maggiore del 90%. Inoltre, riduce i casi di nevralgia
post-erpetica di circa il 70% negli ultraottantenni, arrivando a quasi il 100% nei cinquantenni.
Nome commerciale del vaccino
ZOSTAVAX
SHINGRIX
Modalità di somministrazione
La modalità di somministrazione di ZOSTAVAX è tramite sospensione iniettabile in singola dose.
Al momento la necessità di dosi di richiamo non è nota.
ZOSTAVAX è indicato per l’immunizzazione di soggetti di età pari o superiore a 50 anni.
La modalità di somministrazione di SHINGRIX è tramite sospensione iniettabile.
Le dosi previste di SHINGRIX sono due. Queste devono essere somministrate con una distanza l’una dall’altra di 2-6 mesi.
SHINGRIX viene somministrato in adulti a partire dai 50 anni e in adulti a partire dai 18 anni che hanno
un rischio maggiore di contrarre il fuoco di Sant'Antonio.
Effetti indesiderati e controindicazioni?
A seguito della somministrazione del vaccino anti Herpes zoster potrebbero presentarsi gonfiore, prurito, eritema,
dolore nel punto di iniezione. In alcuni casi si segnalano mal di testa e dolore alle estremità.
Come per tutti i vaccini è possibile che si verifichi l’eventualità di reazioni allergiche anche
gravi. Si tratta di un’evenienza comunque rara.
La somministrazione del vaccino ZOSTAVAX non deve esser effettuata:
- nei soggetti allergici ai principi attivi o ad uno qualsiasi dei componenti del vaccino;
- nei soggetti affetti da immunodeficienza primaria ed acquisita;
- nei soggetti che stanno assumendo una terapia immunosoppressiva, inclusi i corticosteriodi ad alto dosaggio;
- nei soggetti affetti da tubercolosi attiva non trattata;
- nelle donne in gravidanza.
- nei soggetti allergici ai principi attivi o ad uno qualsiasi dei componenti del vaccino;
- nelle donne in gravidanza non sono stati condotti studi per questo è meglio evitarne l’utilizzo se possibile o comunque è necessario un colloquio con il proprio medico curante.