Gli effetti del fumo su produttività e sicurezza del personale

Data pubblicazione: 04/01/2023
Categoria: News - Autore: Mattia Marte

Gli effetti del fumo su produttività e sicurezza del personale

Non vi sono ormai dubbi sui danni che il fumo di tabacco, direttamente e indirettamente, causa sulla salute di ogni individuo, sia esso fumatore attivo o passivo. Nell’organismo umano, gli apparati notoriamente più colpiti sono quello cardiovascolare, con conseguenze che vanno dall’ipertensione fino ad ictus ed infarto, e quello broncopolmonare con broncopneumopatia cronica, neoplasie e bronchiti ricorrenti.

In generale, l’assunzione continua e prolungata di tabacco accorcia l’aspettativa di vita e ne diminuisce la qualità. Si stima che di 1.000 maschi adulti che fumano, sei moriranno per incidente stradale, uno morirà di morte violenta e 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie ad esso correlate.

Il fumo di sigaretta è classificato come cancerogeno di grado I dall’ OMS (la classificazione è la medesima per il fumo passivo) e presenta effetti teratogeni sulle donne in gravidanza. È evidente, dunque, come i benefici di una riduzione della prevalenza dei fumatori nella popolazione siano enormi. Gli effetti del fumo inoltre, essendo quantità-dipendenti, ovvero dipendenti dal numero e dal tempo di sigarette (o equivalenti in caso di sigarette elettroniche) fumate, ben si prestano ad iniziative che puntano alla riduzione del danno in soggetti che non vogliono o non riescono a smettere di fumare.

La legislazione italiana vieta il fumo all’interno di tutti i locali chiusi (compresi i luoghi di lavoro, ad eccezione di spazi strettamente privati come le abitazioni) ma lascia la possibilità alle aziende di adibire spazi specifici per i dipendenti-fumatori, se soddisfano specifici requisiti tecnici e di sicurezza.

A livello di ambiente di lavoro il danno del “sistema fumo” si articola su più livelli: il danno in salute diretto al lavoratore, il danno in salute indiretto agli altri lavoratori (fumo passivo), il danno economico all’azienda. Oltre alle già trattate conseguenze del fumo di sigarette sull’organismo umano, il tabagismo causa dei tempi di recupero più lunghi anche rispetto a patologie banali quali sindromi influenzali o interventi chirurgici programmati. Si stima che gli effetti del fumo sull’attività lavorativa possano arrivare a quasi una settimana in più di assenza all’anno rispetto ai soggetti non fumatori, con un maggior utilizzo dei servizi sanitari sia da parte dei fumatori che dei rispettivi familiari. Il fumo è considerato anche il principale agente inquinante dell’aria interna degli ambienti (inquinamento indoor) e causa una riduzione della qualità dell’aria nel luogo di lavoro, nonché un aumento dei costi di manutenzione di apparecchiature da ufficio, impianti di filtraggio e condizionamento dell’aria. 

Un costo aggiuntivo è anche il tempo che il lavoratore impiega per la “pausa sigaretta”, senza corrispettivo tra i non fumatori, che interrompe spesso le attività e a volte condiziona anche quelle dei colleghi.

Il lavoratore fumatore in itinere è più esposto a distrazioni alla guida ed incidenti (dunque più infortuni, assenze e ritardi) e gli ambienti ad elevata prevalenza di fumatori presentano danni materiali maggiori (che possono arrivare anche agli incendi) rispetto agli ambienti smoking-free.

La lotta contro il fumo ed il tabagismo è una lotta in primis per la salute, ma nel contesto delle aziende è una lotta anche per la sicurezza, la produttività e il benessere dei propri lavoratori.

Fonti:

Epicentro ISS

Ministero della Salute

Robbins e Cotran – Le basi patologiche delle malattie

Società italiana Cardiologia

Trovi questo articolo interessante? Condividilo sui social