Fotoprotezione topica e sistemica: come proteggersi al sole
Data pubblicazione: 08/08/2022
Categoria: News - Autore: Lidia Sacchelli
La fotoprotezione è l’insieme delle precauzioni che mettiamo in atto per proteggerci dai raggi ultravioletti del sole così da prenderne solo il buono ed evitare i danni alla nostra salute. Ci possiamo proteggere dall’esterno (fotoprotezione topica) e dall’interno (fotoprotezione sistemica) con 5 semplici regole:
- Non esporsi nelle ore centrali della giornata. Preferire, quindi, l’esposizione dalle prime ore del mattino fino alle 10 e poi dalle 17 fino a fine giornata;
- Stare sotto l’ombrellone o all’ombra quando possibile;
- Indossare cappellino, occhiali da sole e, in casi particolari, anche indumenti specifici quando ci si espone al sole (ad esempio in occasione dell’attività sportiva o ricreativa all’aperto, soprattutto se per molte ore e nelle ore centrali della giornata, dalle 10 alle 17);
- Applicare filtri solari chimici e fisici (le creme, per intenderci) nel modo corretto;
- Assumere integratori che aiutino a proteggere il corpo dall’interno;
Analizziamo insieme queste regole:
- Le prime due sono misure di evitamento (evitare di esporsi al sole quando l’intensità luminosa dei raggi è maggiore, ovvero nelle ore centrali della giornata)
- La tre e la quattro, invece, descrivono la fotoprotezione topica ovvero applicare sul corpo qualcosa che ci protegga dal sole in modo costante come l’abbigliamento oppure in modo temporaneo come i filtri solari
- La cinque, infine, riguarda la fotoprotezione sistemica ovvero assumere sostanze di origine vegetale e non che siano capaci di ridurre la produzione di radicali liberi a livello della pelle.
Guida pratica alla fotoprotezione topica
Filtri fisici e chimici: qual è la differenza?
Entrambi proteggono dal sole una volta applicati correttamente sulla pelle, ma agiscono in modo diverso. I filtri fisici sono rappresentati dall’ossido di titanio e di zinco e riflettono i raggi ultravioletti che colpiscono la pelle: agiscono come uno scudo. Sono indicati soprattutto nei soggetti con allergie o intolleranze ai filtri chimici; tuttavia, si stendono con più difficoltà rispetto ai filtri chimici (in inglese si definiscono sunblock).
I filtri chimici sono rappresentati da derivati del benzofenone, dibenzoilmetano, acido paraminobenzoico, acido salicilico e acido cinnamico e agiscono assorbendo la radiazione ultravioletta, dissipandone la sua energia in modo che non danneggi la pelle: sono paragonabili ad una spugna. Sono molto maneggevoli come texture, si stendono bene, sono in varia misura resistenti all’acqua ma possono dare allergie in soggetti particolarmente sensibili.
SPF: cosa significa?
Sun Protective Factor: ovvero la misura della quantità di protezione dal sole che la nostra pelle ottiene applicando un filtro solare. Il concetto è stato introdotto nel 1962. Nello specifico è la misura di protezione nei confronti degli UVB che sono la quota di UV maggiormente responsabile della comparsa di eritema solare (il rossore della pelle dopo l’esposizione).
L’SPF è il rapporto tra la quantità minima di sole necessaria per indurre eritema sulla pelle con filtro solare e la quantità minima di sole per indurre eritema sulla pelle non protetta.
L’SPF non è in relazione con la durata dell’esposizione solare e il valore di SPF di un filtro non è sempre in rapporto lineare con la protezione dagli UVB fornita. Ovvero, un filtro 30 assorbe 96.7% degli UVB che colpiscono la pelle ma un filtro 60 ne assorbe solo un 1.6% in più (98.3%). Inoltre, un filtro SPF 10 consente a 10 fotoni su 100 di colpire la pelle, mentre uno 50 consente a 50/100 ovvero 2 fotoni di colpire la pelle.
Inoltre, non esiste solo l’SPF ma esiste anche la UVA-PF, ovvero la protezione dai raggi UVA che sono, invece, responsabili dei danni alle cellule degli strati più profondi della pelle e della comparsa dell’iniziale pigmentazione dopo l’esposizione solare. Il calcolo della protezione UVA valuta la comparsa di pigmentazione persistente della zona irradiata dal sole con e senza protezione solare (non si parla di SPF ma di PPD, persistent pigment darkening). Se l’SPF indica la quantità di protezione solare, l’UVA-PF indica la qualità dello spettro di protezione.
La raccomandazione è quella di cercare prodotti con filtro solare ad ampio spettro con specifica indicazione di SPF 50+ e presenza di protezione anche dai raggi UVA (a volte indicata con la lunghezza d’onda di questi ultimi, 320-400 nm).
Come applicare correttamente il filtro solare?
La dose corretta è 2mg/cm2 di pelle, ovvero circa 1/2 cucchiaino da caffè per viso e collo e 2-3 cucchiai (grosso modo tipo 1 pallina da tennis) per il resto del corpo. In molti casi, a seconda del prodotto scelto, potrà essere il dermatologo stesso ad indicare come dosarlo. Ad esempio, alcuni prodotti con specifiche pompe di erogazione si dosano in 1 puff, 2 puff, eccetera.
Diamo qualche numero: la superficie corporea di un uomo adulto è circa 1.8 m2 (18.000 cm2) quindi ogni volta che applica la crema su tutto il suo corpo deve applicarne 18.000 x 2 = 36.000mg = 36 g (una confezione da 100ml dovrebbe, quindi, durare circa 4 applicazioni). Ma come calcolarlo ad ogni applicazione?
Per le creme, possiamo usare la regola delle due dita: si applica una striscia di crema su tutta la lunghezza del dito indice e medio di una mano e si applica tale contenuto su ciascuna delle seguenti 11 aree in cui il corpo può essere suddiviso: visto, testa e collo; arto superiore destro; arto superiore sinistro; torace; addome; parte alta del dorso; parte bassa del dorso; coscia destra; coscia sinistra; gamba destra e piede destro; gamba sinistra e piede sinistro.
Per gli spray può essere necessario fare quattro passaggi di spray avanti ed indietro sulla superficie da proteggere. Meglio evitarli in viso per non irritare gli occhi.
- La frequenza di applicazione è, in linea di massima, ogni 2 ore oppure dopo aver fatto il bagno o dopo aver sudato molto
- Raccomandabile è applicare il filtro solare circa 20 minuti prima dell’esposizione solare massaggiandolo bene sulla pelle
- Sul viso, se si fa sport e quindi si suda molto, è meglio applicare prodotti specifici che non colino e siano innocui per gli occhi
- Una buona idea potrebbe essere applicare al mattino prima di uscire una crema solare, stendendola accuratamente su tutto il corpo e poi rinnovare durante l’esposizione prodotti dalla texture più leggera come lozioni, fluidi oppure spray senza bisogno di massaggio.
Guida pratica alla fotoprotezione sistemica
Quali sono gli integratori per il sole attualmente in commercio?
Ce ne sono moltissimi, a base di Polypodium leucotomos, carotenoidi, nicotinamide, polifenoli e moltissimi sono attualmente sotto studio, tra cui gli omega 3 ed i probiotici.
Funzionano?
Assolutamente sì. Quelli in commercio sono in grado di aumentare la nostra capacità antiossidante nei confronti del sole ovvero riducono il rischio di ustione solare e, quindi, di danno sulla pelle. Non sono però sostitutivi dei filtri solari, sono solo ed esclusivamente un plus. Inoltre, non si deve intendere che grazie all’integratore + filtro solare io possa espormi per un tempo illimitato perché in tal caso avremmo comunque un danno da parte del sole!
Quale scegliere?
In base alle nostre esigenze specifiche, ad esempio ne esistono alcuni che contengono al loro interno anche vitamina D che potrebbe essere indicata nei soggetti che tendono ad esserne carenti.
Come assumerli?
Meglio assumerli da qualche settimana prima dell’esposizione solare a qualche settimana dopo. Altrimenti se il soggetto ha un’esposizione intensa può essere indicato iniziarli a giugno a settembre. Ciascun integratore ha la sua posologia specifica.
Da quale età?
Meglio riservarli agli adulti però esistono anche specifiche formulazioni pediatriche.
Esposizione solare dal neonato
Da 0 a 6 mesi: non esporre al sole il neonato e tenerlo all’ombra o ricrearla con ombrelli e teli. Cercare inoltre di coprirlo con specifici indumenti protettivi anti UV e non dimenticare di usare cappello a tesa larga ed occhiali da sole.
Dai 6 mesi: oltre alle indicazioni che valgono dal neonato in avanti, a partire dai 6 mesi si può iniziare ad applicare crema solare con fattore di protezione SPF 50+ ed è meglio preferire filtri fisici perché potenzialmente meno irritanti per la pelle delicata dei neonati.
Filtri solari e produzione di vitamina D
Spesso si ha il dubbio di non poter produrre una dose adeguata di vitamina D applicando i filtri di protezione solare. Non è così poiché uno studio del 2019 ha dimostrato che durante una vacanza al sole in alta stagione pur applicando filtri solari i soggetti avevano un aumento dei livelli di vitamina D attiva nel sangue. Inoltre, dato un certo valore di SPF se il prodotto fornisce un’alta protezione nei confronti degli UVA si ottiene una miglior produzione di vitamina D. Questo perché all’aumentare della protezione UVA, si riduce quella UVB e quindi una quantità maggiore di UV passa per attivare la vitamina D pur mantenendo una sicura protezione dai danni solari.
Bibliografia
- Taylor S et al, simple dosage guide for suncreams will help users; BMJ 2002
- https://www.aad.org/public
- Quatrano NA et al. Current principles of sunscreen use in children; Curr Opin Pediatr 2013
- Maier T et al- Sunscreend- Which and what for? Skin Pharmacol Physiol 2005
- Nohynek GJ et al. Benefit and risk of organic ultraviolet filters; Regul Toxicol Pharmacol 2001
- Young AR et al. Optimal sunscreen use, during a sun holiday with a very high ultraviolet index, allows vitamin D synthesis without sunburn; BJD 2019
- Osterwalder U et al. Sun protection factors: world wide confusion; BJD 2009