Come cambiano i rischi nei lavoratori in trasferta

Data pubblicazione: 15/11/2023
Categoria: News - Autore: Simone Addari

Come cambiano i rischi nei lavoratori in trasferta

Con il Decreto Legislativo 81/2008, siamo stati abituati a considerare i rischi lavorativi come “La probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione.” Il termine "rischio" si riferisce quindi alla probabilità che si verifichino eventi indesiderati o imprevisti che possano avere conseguenze negative o dannose e la sua misurazione prende in considerazione, oltre appunto la probabilità di accadimento, anche la gravità del danno.

Secondo la definizione, il rischio si differenzia dal pericolo che è, invece la proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (attrezzatura, sostanza, ecc.) avente il potenziale di causare danni.

Il rischio è dunque una probabilità, e calcolare una probabilità che un qualsiasi evento si manifesti è una operazione complessa, che deve tenere conto di numerose variabili e presupposti, ed attribuendo dei valori numerici in una tabella a matrice a probabilità e magnitudo si prova a quantificare il livello di rischio incrociando i valori di partenza.

Appare tuttavia riduttivo il metodo che suggerisce di ricondurre qualsiasi tipo di rischio ad un semplice algoritmo a matrice, senza tenere conto delle numerose variabili e componenti che possono contribuire a modificare anche sostanzialmente il risultato.

Nelle aziende “fisse”, che non hanno bisogno di spostarsi, il raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, come definiti dal D.lgs.  n.81/2008, è oggi garantito grazie alla valutazione dei rischi, il cui scopo è quello di definire le misure di prevenzione e protezione. Ma è possibile, come impone la norma, includere e prevedere tutti i fattori di rischio generalizzandoli per qualsiasi azienda nella VDR?

Con un approccio di tipo riduzionista possiamo anche mettere in sicurezza le singole parti di un sistema ma non è detto che il sistema nel suo complesso sarà sicuro, poiché non si possono studiare, a causa della complessità, le interazioni tra le parti. Insistere sulla necessità di eliminare o ridurre “tutti” i rischi attraverso la loro valutazione non renderà la realtà più semplice.

Negli ultimi decenni, i viaggi internazionali sono diventati una parte sempre più integrata delle operazioni aziendali. Le aziende si rivolgono a mercati esteri per aumentare i loro profitti e rimanere competitive. I dipendenti sono spesso incaricati di rappresentare l'azienda all'estero, incontrando clienti, collaboratori o partecipando a fiere e conferenze. Tuttavia, con questa crescente mobilità, emergono nuove sfide e l'approccio alla valutazione dei rischi lavorativi per questo genere di aziende ha quindi dovuto subire una trasformazione significativa.

Il primo passo che le aziende ed i suoi lavoratori hanno dovuto fare è quello della consapevolezza. Mentre per le aziende stabili, che non hanno la necessità di spostarsi all’estero, la valutazione dei rischi possiamo “limitarla” ai rischi da mansione (per la salute, la sicurezza ed i rischi trasversali), che sono associati direttamente alle attività specifiche svolte dai lavoratori in base alle loro mansioni; ad esempio, un operaio che opera una macchina potrebbe essere esposto a rischi legati all'uso di quella macchina, come tagli o ustioni.

Per le aziende che mandano i propri lavoratori in trasferta è necessario capire e valutare i cosiddetti rischi da destinazione correlata che sono più ampi e sono legati all'ambiente di lavoro nel suo insieme dove però l’ambiente può essere una particolare area geografica o zona di lavoro. Questi rischi possono essere indipendenti dalle mansioni specifiche dei lavoratori, ma sono legati alle caratteristiche fisiche, ambientali e sociali del luogo di lavoro. Ad esempio, un'area di lavoro in cui sono presenti conflitti nazionali, particolari patologie endemiche o animali pericolosi che non siamo abituati a vedere e che potrebbero incuriosirci facendoci esporre a nuovi rischi.

Per questo motivo è essenziale cambiare il paradigma del rischio nei lavoratori delle aziende che inviano i propri dipendenti in trasferta. All'interno dell'azienda il dipendente rappresenta una componente essenziale e il datore di lavoro assume una responsabilità diretta della salute del dipendente durante il periodo di collaborazione.

Per aumentare la consapevolezza dei lavoratori dei rischi aziendali, è fondamentale una combinazione di formazione, comunicazione, coinvolgimento attivo e cultura aziendale focalizzata sulla sicurezza. Attraverso la formazione i lavoratori acquisiscono conoscenze sui potenziali rischi nel loro ambiente di lavoro. È come fornire loro gli strumenti per capire meglio possibili situazioni pericolose e sapere preventivamente come reagire.

La consapevolezza dei lavoratori è la pietra angolare che consente loro di spiccare il volo, portando in alto l’azienda, senza temere di cadere.

Fonti:

Cambiare il paradigma nella VDR – Andrea Rotella 

https://ottantunozerotto.it/assets/cambiare-il-paradigma-nella-vdr

https://www.anfos.it/sicurezza/catalogazione-dei-rischi-aziendali/

https://www.anfos.it/sicurezza/rischio-calcolabile/

https://www.vegaformazione.it/glossario/rischio-g118.html

https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=5.+https%3A%2F%2Fwww.testo-unico-sicurezza.com%2Fclassificazione-e-definizione-dei-rischi-lavorativi.html

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