Candida auris: conosciamo meglio il super fungo resistente ai farmaci
Data pubblicazione: 04/08/2022 - Ultimo aggiornamento: 01/06/2023
Categoria: News - Autore: Antonietta Monteduro
Candida auris è un micete (o fungo) emergente, isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone. È conosciuto anche con il nome di super fungo, poiché molto resistente ai principali farmaci antimicotici, o con il nome fungo killer, in quanto mostra un’alta letalità nei pazienti più fragili. Il suo nome scientifico, "auris", deriva dal latino "orecchio", che è il primo sito anatomico in cui è stato isolato.
I primi focolai europei di infezione si sono verificati dal 2015 in Francia, e da allora sono in rapido ed allarmante aumento a livello globale. In Europa, sono stati segnalati in 15 nazioni complessivamente 1812 casi dal 2013 al 2021, mentre gli Stati Uniti hanno visto una notevole crescita delle infezioni nelle strutture sanitarie negli anni della pandemia. I casi clinici negli Usa, nel 2019 sono aumentati del 44% (passando in un anno da 330 a 476), nel 2020 del 59% (da 476 a 756) e nel 2021 del 95% (da 756 a 1.471). In Italia, dal 2019, sono stati segnalati sia casi importati che casi autoctoni di colonizzazione o infezione, per un totale di circa 300 casi, in un focolaio epidemico che ha interessato le regioni del Nord (soprattutto la Liguria e l’Emilia Romagna). Nel mese di marzo a Pisa è stato accertato il primo caso del 2023. Il 26 maggio all’ospedale Sacco di Milano è deceduto un uomo (rientrato in Italia dalla Grecia dopo otto mesi di terapia intensiva) che era risultato positivo a due batteri multiresistenti e alla Candida auris. Gli esami effettuati al momento del ricovero dell’uomo nell’ospedale del capoluogo lombardo confermano che il caso non è autoctono.
Massimo Andreoni, direttore scientifico Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), ha affermato che il problema è globale e va tenuta alta l’attenzione perché lo sviluppo di funghi resistenti ai farmaci rappresenta una assoluta novità.
L’OMS prevede che l’antibiotico-resistenza diventerà la prima causa di morte al mondo, ancora più letale della pandemia da Covid-19.
L'aumento dei casi di Candida auris è altamente preoccupante perché:
- è un patogeno molto infettivo;
- circa il 90% dei casi risulta essere resistente almeno ad una delle 3 classi di antifungini disponibili;
- l’infezione spesso interessa pazienti già ospedalizzati e debilitati;
- i pazienti possono rimanere colonizzati a lungo;
- la letalità è elevata (tra il 30% e il 70%);
- è particolarmente persistente nell’ambiente e difficile da eradicare; può avere una limitata suscettibilità ai comuni disinfettanti e ai comuni prodotti antifungini;
- è difficile da identificare senza tecnologia diagnostica specifica e questo può portare ad una diagnosi ritardata o a un trattamento inefficace;
- ha causato focolai in ambienti sanitari. Per questo motivo è importante identificare rapidamente C. auris in un paziente ricoverato in ospedale in modo che le strutture sanitarie possano prendere le opportune contromisure.
Chi è a rischio di infezione da C. auris?
Le persone che hanno recentemente trascorso o stanno trascorrendo un periodo di ricovero ospedaliero, durante il quale sono stati utilizzati dispositivi invasivi quali catetere venoso centrale, sondini alimentari, sonde respiratorie, hanno un più alto rischio di contrarre un'infezione da C. auris. Evidenze suggeriscono che i fattori di rischio per le infezioni da C. auris sono generalmente simili a quelli per altri tipi di infezioni da Candida: chirurgia recente, diabete, uso di antibiotici ad ampio spettro e di antifungini, sistema immunitario debilitato. Le infezioni da C. auris sono state osservate in pazienti di tutte le età, dai neonati pretermine agli anziani.
Come viene diagnosticata l'infezione da C. auris?
Come altre infezioni da Candida, le infezioni da C. auris sono solitamente diagnosticate in laboratorio mediante colture di sangue o altri fluidi corporei. Tuttavia sono necessari speciali test di laboratorio per identificare C. auris che si basano generalmente sulla tecnologia MALDI-TOF (Matrix Assisted Desorption Ionization - Time Of Flight). Il fungo può essere tuttavia facilmente confuso con altre specie più comuni di Candida, in particolare Candida haemulonii. In questi casi può essere utile tenere conto della caratteristica resistenza ai farmaci, che può aiutare a distinguere tra forme diverse di Candida.
Quali sono i sintomi?
Generalmente le persone sane hanno un rischio molto basso di contrarre infezioni invasive da C. auris.
Il sintomo più comune di infezione invasiva è l’iperpiressia, la febbre alta oltre i 40 gradi, che non migliora dopo la terapia antibiotica, accompagnata da bruciore, difficoltà a deglutire, dolori muscolari, affaticamento. Tuttavia, i sintomi possono variare in base al sito corporeo interessato. Va detto che la cute e gli altri siti corporei possono essere colonizzati anche in assenza di sintomi. Più frequentemente C. auris ha causato infezioni del torrente ematico, infezioni intra-addominali, infezioni di ferite ed otiti. Inoltre, il micete è stato isolato anche da liquido biliare, tratto respiratorio e urina, ma non è ancora chiaro se possa provocare infezioni a livello di polmoni, vescica o altri distretti.
Le infezioni da C. auris sono curabili?
Le infezioni da C. auris possono essere trattate con una classe di farmaci antifungini chiamati echinocandine. Tuttavia, alcune infezioni da C. auris presentano una resistenza a diverse molecole e classi di agenti antifungini, incluso fluconazolo e altri azoli, rendendole più difficili da trattare. In questa situazione, possono essere necessarie più classi di antifungini somministrate contemporaneamente a dosi elevate per trattare l'infezione.
Può una persona morire di infezione con C. auris?
Sì. Le infezioni invasive con qualsiasi specie di Candida possono essere fatali. Ad oggi la letalità è molto elevata, fino al 30-70%. Il rischio cala sensibilmente se la diagnosi è effettuata per tempo e la terapia avviata rapidamente.
Come si diffonde C. auris?
La trasmissione avviene principalmente con il contatto con persone colonizzate o infette, o tramite il contatto con superfici e oggetti contaminati. Questi contatti avvengono tipicamente in ospedale, ma non si può escludere la possibilità di diffusione in comunità.
Le principali misure di controllo delle infezioni per la prevenzione della trasmissione di C. auris in ambito sanitario sono:
- attenzione all'igiene delle mani, e utilizzo delle precauzioni quando raccomandate (come indossare guanti e sovracamice);
- pulizia e disinfezione, con prodotti efficaci, dell'ambiente di cura del paziente e delle attrezzature riutilizzabili;
- aderenza rigorosa alle norme igieniche nell'utilizzo dei dispositivi medici invasivi come cateteri venosi centrali, cateteri urinari e tubi per tracheotomia. In questi casi sarà opportuna una rivalutazione continua dello stato del paziente e la rimozione tempestiva dei dispositivi quando non sono più indispensabili;
- i pazienti potenzialmente colonizzati o infettati devono essere ricoverati in stanza singola e tutti i visitatori e il personale di assistenza devono osservare le corrette procedure: igiene delle mani, camice e guanti monouso, decontaminazione delle apparecchiature e dei dispositivi utilizzati da altri pazienti;
- i pazienti colonizzati con C. auris e sottoposti a procedure chirurgiche possono avere un maggior rischio di infezioni, e per questo la preparazione del paziente in sala operatoria deve essere eseguita utilizzando un agente disinfettante appropriato ed efficace;
- tracciamento tempestivo dei contatti stretti di un caso di C. auris;
- sorveglianza di laboratorio di campioni clinici per rilevare ulteriori casi.
Il viaggiatore è a rischio di infezione?
È improbabile che un viaggiatore sano abbia una aumentata probabilità di infettarsi con C. auris. Le infezioni si sono verificate principalmente in pazienti ospedalizzati e debilitati. Le persone che si recano in un altro Paese per cercare cure mediche o che sono ricoverate in ospedale per un qualsiasi motivo, possono avere un aumento del rischio di infezione da C. auris.
A che punto siamo con il vaccino?
Scienziati del Lundquist Institute (TLI), guidati da Ashraf Ibrahim, stanno effettuando la sperimentazione animale del vaccino contro la C. auris. Il vaccino ha trattato efficacemente i topi infetti, generando ottime risposte immunitarie e incrementando in maniera notevole il tasso di sopravvivenza degli animali infetti. Lo step successivo sarà la progettazione di studi clinici sull'uomo.
Per una corretta prevenzione rivolgiti agli esperti Ambimed.