Aziende: ripartire in sicurezza con il supporto del Covid Consultant Ambimed
Data pubblicazione: 26/05/2020 - Ultimo aggiornamento: 29/05/2022
Categoria: News - Autore: Dott.ssa Maddalena Maganza
La diffusione pandemica dell’infezione da SARS-CoV-2 rappresenta una questione di Salute Pubblica, pertanto la gestione delle misure preventive deve necessariamente seguire i provvedimenti speciali adottati dalle Istituzioni competenti, adattandosi all’evoluzione del quadro epidemiologico.
Con lo stop del lockdown ed il graduale ritorno alla normalità, è scattato l’obbligo, per i titolari delle attività produttive, di garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro per quanto concerne il rischio biologico ed i processi di sanificazione ambientale (oltre che di aggiornamento del cosiddetto DVR, il Documento Valutazione Rischi). Il tutto a esclusiva tutela della salute umana.
Per consentire una ripresa in sicurezza, tutte le attività produttive devono dimostrare di essere in grado di garantire misure efficaci per la tutela della salute dei lavoratori e per il contenimento del contagio, secondo le disposizioni delle Autorità e nel rispetto della normativa cogente.
Facciamo una breve cronistoria:
Già nel DPCM del 11 marzo, all’art. 1 si raccomanda che le attività produttive e professionali assumano protocolli di sicurezza anti-contagio.
Nel DPCM del 20 marzo, il “DECRETO FERMAITALIA”, si sottolinea che le imprese le cui attività non sono sospese rispettano i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali.
In seguito, il DPCM 26 aprile introduce addirittura 3 protocolli: il protocollo condiviso per gli ambienti di lavoro del 24 aprile 2020, nonché' quello per i cantieri e quello per il settore del trasporto e della logistica. La mancata attuazione dei protocolli, che non assicuri adeguati livelli di protezione, determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
E poi ancora, il DPCM 17 maggio impone che sia le attività produttive che quelle commerciali devono rispettare il protocollo condiviso del 24 aprile oltre ai protocolli e alle linee guida per i rispettivi ambiti di competenza. Inoltre, le suddette attività, devono svolgersi anche nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida, adottati dalle regioni o dalla Conferenza Stato-Regioni.
Non dimentichiamo che DL 16/5/20 stabilisce che le violazioni ai decreti e alle ordinanze sono puniti con la sanzione amministrativa del DL 25/3 (da 400€ a 3000€), nel caso di violazioni da parte di impresa, sanzione amministrativa accessoria con chiusura da 5 a 40 gg (salvo che il fatto non costituisca reato). Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida, regionali, o, in assenza, nazionali, che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Per ottemperare a tali norme, l’azienda deve:
- eseguire una Valutazione del Rischio biologico (con eventuale aggiornamento del DVR);
- stilare e mantenere aggiornato il Protocollo Aziendale Anti-Contagio e/o il Manuale di Riapertura tenendo in considerazione il Proctocollo Condiviso del 24/04/2020, i protocolli di "settore", i DPCM, le Ordinanze Regionale, i documenti dell'OMS/ECDC/ISS e infine i documenti dell'INAIL con le relative linee guida;
- effettuare formazione specifica ai lavoratori;
- garantire il rispetto del Protocollo.
Al fine di supportare le attività produttive che devono ottemperare a questi obblighi di legge e hanno la necessità di poter fare affidamento su figure esperte e dunque in grado di garantire la “ripartenza in sicurezza”, AMBIMED mette a disposizione le competenze del COVID CONSULTANT, una figura di coordinamento che possiede competenze specialistiche sulle misure di sicurezza da adottare per la prevenzione del contagio da corona virus: un Biologo della Prevenzione che, grazie alla conoscenza approfondita del complesso di norme, protocolli, linee di indirizzo (regionali, nazionali, internazionali) applicabili ai diversi contesti lavorativi, possiede tutti gli strumenti per effettuare una valutazione del rischio e definire protocolli di prevenzione anti-contagio e/o manuali di riapertura personalizzati per ogni peculiare realtà aziendale.
Completano le attività del COVID CONSULTANT la possibilità di incaricarsi della sensibilizzazione, informazione e formazione obbligatoria del personale, dell’effettuazione di audit periodici per verificare il mantenimento nel tempo delle misure del piano di intervento covid e della qualifica dei fornitori di DPI e di servizi di sanificazione.
Questa figura professionale corrisponde a quella del COVID MANAGER aziendale.
La figura del covid manager è molto recente, ma sicuramente, col perdurare della pandemia verrà introdotta come figura mandatoria in tutti i settori. Appare per ora nella delibera regionale del Veneto del 30/04/2020 ‘Manuale per la riapertura delle attività produttive: indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari’, nell’Ordinanza N. 537 del 30/04/2020 della Regione Lombardia ‘Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19’ e nel ‘Protocollo generale per la sicurezza sul lavoro’ rev 2 del 26 Aprile 2020 e Ordinanza del 15/4/2020 del Presidente della Provincia di Trento ‘Disposizioni relative all’esercizio di attività produttive, all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte di utenti e clienti e alla somministrazione di pasti e bevande offerta dagli operatori agrituristici in modalità con consegna a domicilio’. Anche nella pubblica amministrazione vi sono richieste di questa figura di coordinamento.
Per ulteriori informazioni contattare il numero 02 87399117.