Amianto: a che punto siamo?

Data pubblicazione: 17/10/2022
Categoria: News - Autore: Mattia Marte

Amianto: a che punto siamo?

L’amianto, noto anche come asbesto, è un materiale costituito da fibre minerali naturali appartenenti ai silicati e alle serie mineralogiche del serpentino (crisotilo o amianto bianco) e degli anfiboli (crocidolite o amianto blu). Questi minerali sono molto abbondanti in natura e risultano innocui se privi della lavorazione industriale atta alla loro trasformazione in amianto.



L’utilizzo dei minerali di amianto ha origini antiche, con testimonianze scritte risalenti anche all’epoca della Roma imperiale dalle quali sappiamo che i romani conoscevano le proprietà isolanti e di resistenza del minerale. È però con la seconda rivoluzione industriale che l’amianto inizia ad essere utilizzato su larga scala nella costruzione di navi, edifici pubblici, treni e nell’industria tessile per le sue proprietà ignifughe. Il secondo dopoguerra vede poi la nascita del cemento-amianto, conosciuto anche come Eternit, che aprì le porte all’uso massiccio dell’amianto in Italia proprio negli anni del grande boom edilizio italiano (anni ‘60-‘80). Attualmente possiamo trovare l’amianto in vecchi tubi, pavimenti in linoleum, controsoffitti, canne fumarie, vecchie apparecchiature industriali sottoposte a stress termici, rivestimenti, tetti e coperture (specialmente industriali).



I pericoli dell’amianto: l’asbestosi

L’amianto è un materiale cancerogeno ed il principale rischio per la salute è rappresentato dall’inalazione delle fibre. Queste fibre, depositandosi nel tessuto polmonare, causano a breve termine un’infiammazione cronica del tessuto pleurico e polmonare, con conseguente fibrosi e perdita di capacità e funzionalità polmonare (asbestosi); a lungo termine possono causare trasformazioni in senso neoplastico delle cellule che, dopo un periodo che può variare dai 20 ai 40 anni, possono portare a carcinoma polmonare e mesotelioma pleurico. È rilevante il fatto che il rischio per la salute non derivi dal semplice contatto con manufatti o materiali in cui sia presente l’amianto ma dalla manipolazione dello stesso, poiché la manipolazione può causare dispersione di fibre d’amianto nell’aria che vengono poi inalate.

Pertanto, risultano a rischio tutti i lavoratori che furono impiegati nell’industria dell’amianto, gli operai di cantieri edili (dell’epoca in cui l’amianto era ubiquitario), ma anche il semplice cittadino impegnato in lavori fai da te (ad esempio per la manutenzione di vecchie strutture domestiche quali tettoie e tubature).

Le risposte

Il primo paese a riconoscere la correlazione tra inalazione di asbesto e carcinoma polmonare/mesotelioma pleurico fu la Germania nel 1943 mentre il primo stato a bandire l’amianto fu l’Islanda nel 1983. Allo stato attuale l’amianto è bandito in 50 paesi.

In Italia produzione e vendita sono vietate dal 1992 (Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 1992) e con la stessa legge sono state stabilite misure di sostegno per i lavoratori, con il riconoscimento dell’asbestosi, del mesotelioma e del carcinoma polmonare come malattie professionali.

 

Nonostante ciò, secondo l’ultimo dossier realizzato da Legambiente (dati 2018) sul territorio nazionale ci sono circa 370mila strutture contenenti amianto (tra cui 214.469 edifici privati, 50.744 pubblici, 20.269 siti industriali e 65mila coperture in cemento amianto). La situazione è preoccupante anche sul fronte sanitario: il VI rapporto del ReNaM (Registro Nazionale Mesoteliomi), pubblicato nel 2018, ha individuato tra il 1993 e il 2015 oltre 27.000 casi di mesotelioma maligno. Oltre il 90% dei casi colpisce la pleura. Sono presenti, inoltre, 1.769 casi peritoneali (6,5%). Inoltre, l’INAIL segnala oltre 6.000 morti ogni anno provocate solamente dall’amianto.

Fonti:

Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 1992

INAIL

Ministero della Salute

Ministero della Transizione Ecologica

Legambiente

Vinci A. et al, (2020). Impact of Asbestos-Related Toxicity on Italian Working Population: Preliminary Incidence Data from the Last 5 Years across the Whole Country. In: Sindona, G., Banoub, J.H., Di Gioia, M.L. (eds) Toxic Chemical and Biological Agents. NATO Science for Peace and Security Series A: Chemistry and Biology. Springer

 

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